Cambiano i flussi d'immigrazione
Non più barconi stracarichi di gente che rischia la vita sul mare mosso del canale di Sicilia. Ieri a Lampedusa sono giunti 81 immigrati, su diverse imbarcazioni, tutti accompagnati nel centro di prima accoglienza. Sull'isola erano diretti due gommoni con 33 e 35 clandestini, fermati a Sud dalle motovedette della guardia costiera su indicazione di navi e aerei militari che pattugliano il canale. Osservando i profili dei volti, il vestiario, ascoltando l' accento di queste persone disperate s'intuisce che anche i flussi migratori sono cambiati in queste ultime settimane. Sulla rotta Africa-Europa adesso partono soprattutto africani dell'Est, etiopi, eritrei, somali che fuggono dalla guerriglia, dagli attentati, ma soprattutto dalla fame, dalla sete e dalla povertà che li costringe ad una vita di miseria. E fanno capolino, dai gommoni della speranza, sempre più teste di donne, coi visi sofferenti, e di bimbi. Sul primo gommone abbordato dalla guardia costiera vi erano 8 donne e due bambini dall' apparente età di 4 anni e dieci mesi. Sull' altro vi erano altre nove donne ed un bambino forse di sette anni. Quattro giorni fa erano giunti altri clandestini tra cui tre donne. Una di queste è stata subito portata in ospedale a Palermo perchè incinta e a rischio aborto. Nelle ultime settimane sono quotidianamente giunti piccoli gruppi di immigrati anche a Pantelleria, alle Egadi o nelle spiagge Sud-orientali siciliane. Altri 11 clandestini, 9 marocchini, un tunisino, un irakeno, sono sbarcati nel pomeriggio a Cala Madonna, a Lampedusa. Sono stati fermati dalla Finanza che ha recuperato anche l' imbarcazione in vetroresina di 5 metri che è servita agli 11 uomini per compiere la traversata. E ieri a Linosa sono sbarcati anche due uomini che hanno meno di trent' anni e dicono di essere fratelli e di provenire dalla Tunisia. Hanno affrontato la traversata del canale di Sicilia da soli, su una piccola barca che è semiaffondata vicino al porticciolo della sorella minore di Lampedusa. Forse è la prima volta che due immigrati intraprendono il viaggio della speranza da soli su una barchetta con un piccolo fuoribordo. I carabinieri che li hanno fermati a terra dicono che i due nordafricani non avevano bussole o strumenti di sorta per tenere la rotta.