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La Finanziaria parte dal condono edilizio Pronti anche bonus per gli anziani e aiuti alle famiglie. Interventi a sostegno della domanda

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Nonostante le mezze smentite, l'ipotesi prende sempre più piede nelle fila del governo ma soprattutto all'interno della maggioranza. Spinge il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, sempre più convinto che il rallentamento della produzione industriale non offre molte strade per far cassa. E lentamente vengono meno anche le resistenze del vicepremier Gianfranco Fini che sino alla pausa estiva non aveva neppure voluto sentir parlare di condonare abusi edilizi. Ma al ministero di via XX settembre stanno pensando a più soluzioni, tutte diverse tra loro. Compresa quella che vedrebbe un «condone» in grande stile da 3 miliardi di euro (poco meno di 6mila miliardi di lire) che supererebbe l'ultima iniziativa di questo tipo varata dal primo governo Berlusconi nel 1994: allora fruttò 4800 miliardi di lire. Una ipotesi che a luglio veniva considerata remota, remotissima, ma che rapidamente ha scalato la classifica delle probabilità visto che la frenata del pil e soprattutto la ripresa economica che appare sempre meno dietro l'angolo non fanno intravedere la luce alla fine del tunnel. Nella maggioranza la parola d'ordine sul tema è sempre una: prudenza. «Il condono? È un tema di cui discuteremo con pacatezza - spiega Alberto Giorgetti, relatore al Dpef nello scorso luglio e, guarda caso, deputato di An - Si può ripartire dalla proposta di Armani» (Pietro Armani, il presidente della Commissione Ambiente-Lavori Pubblici di Montecitorio che l'anno scorso propose una mini sanatoria edilizia, poi saltata, attraverso un emendamento alla Finanziaria ndr)». Giorgetti tiene subito a sottolineare che l'idea è di sanare «i piccoli abusi, tutto quello che è gia dentro la volumetria. Non si tratta certo di sanare gli abusi edilizi, le costruzioni abusive. Oltretutto la sanatoria potrebbe dare maggiori risorse, via Ici, anche ai Comuni». In generale, la Casa delle Libertà pensa a una serie di proposte. Dal bonus pro-anziani destinato alle famiglie che decidono di tenerli in casa, al piano per la vendita e il riaffitto degli immobili pubblici. E anche il più volte annunciato «pacchetto» per rilanciare i consumi interni e ridare nuovo slancio alla crescita economica, decisamente impantanata come dimostrano gli ultimi dati sul Pil. Tutti temi di cui avrebbe discusso il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ieri ha ricevuto nella sua villa in Sardegna il titolare dell'Economia. Un primo contatto per un esame a tutto campo che, partendo proprio dagli ultimi dati non brillanti sulla congiuntura economica, potrebbe aver consentito di fare il punto sulle prossime mosse per affrontare la situazione e gli strumenti messi a disposizione con la Finanziaria. Non è escluso che si sia parlato anche di pensioni, un tema affrontato in una telefonata fatta dal ministro del Welfare, Roberto Maroni, al titolare di via XX Settembre durante la quale i due ministri si sono accordati per riaffrontare il nodo alla fine di agosto. E in vista del confronto di maggioranza sulla prossima legge Finanziaria si prepara anche An che avrà nel ministro per le Politiche Agricole Gianni Alemanno e nel viceministro all'Economia Mario Baldassarri gli uomini di punta che affronteranno la trattativa per la Manovra 2004. A fare il punto tuttavia è proprio Giorgetti, che parte da un assunto: «la centralità della famiglia» per la quale si ipotizza una serie di interventi a partire dalla rimodulazione delle detrazioni. Ma si punta anche a dare risposte all'emergenza anziani e attraverso un «bonus» destinato alle famiglie che decidano di tenerli in casa. Altri filoni di studio riguardano l'energia, l'internazionalizzazione dei mercati e la sburocratizzazione di una serie di adempimenti fiscali. E sul tavolo torna anche il «pacchetto consumi» anche se Giorgetti preferisce non fornire dettagli sulle ipotesi allo studio. Ma è certo che «è da valutare un intervento per il sostegno alla domanda». Rispunta anche il piano di vendita de

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