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«Dc, calmi. Non c'è alternativa a Berlusconi»

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Bossi insiste sulle riforme o «salta tutto e si va al voto». E attacca: il '68 è colpa della Chiesa

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Sostiene Berlusconi, annuncia che non uscirà dal governo, chiede le riforme e fa anche un paio di incursioni nel calcio. E tanto per cambiare attacca la Chiesa: «Con il Concilio Vaticano II - dice il leader della Lega - la Chiesa ha pensato di vedere la cristianità nella modernità. La modernità, invece, è anticristiana. Hanno girato gli altari per dare ai preti il potere di evangelizzare il popolo. Ecco cos'hanno fatto». Dunque secondo Bossi, dopo il Concilio Vaticano II «nacque il catto-comunismo. Anche Moro si era convinto che bisognava buttarsi verso i comunisti. La chiesa si convinse della vittoria della modernità e si beccò il '68». Al di là della parentesi storica, il Senatùr, nel tradizionale appuntamento di Ferragosto, si lascia andare e alza di nuovo la voce per chiedere per chiedere alla maggioranza di varare le attese riforme entro il 2004. Ed anche per attaccare la magistratura il cui compito «è solamente di applicare le leggi fatte dal Parlamento». Le riforme vanno fatte, ha nuovamente intimato Bossi, altrimenti «salta tutto e si va al voto». Ha anche lanciato un avvertimento ai centristi della maggioranza che, ha detto, più che alle riforme pensano al dopo Berlusconi. «L'alternativa a Berlusconi - ha messo in guardia il ministro delle Riforme - non esiste, la vedono solo i centristi. Io dico che il dopo Berlusconi è più lontano della luna». Poi gli è stato chiesto se c'è qualcuno che lavora per mandare via Berlusconi: «Bisogna chiederlo a Casini e soci - ha risposto - li vedo indafarati». E nessuno si illuda, è stata la sua conclusione, che possano ritornare quelle forze politiche che in passato «hanno causato un debito pubblico ed hanno fatto fallire il paese, con conseguenze per altri cinquant'anni». I leghisti, ha assicurato Bossi, resteranno fedeli al Centrodestra, anche se la Lega «tornerà in piazza con i gazebo per scandire i tempi della riforma federalista». E attacca Mastella: «È un poveraccio, voleva planare come Icaro sulla coalizione, ma con il caldo dell'estate gli si sono sciolte subito le ali. Ha sbagliato estate, la cera delle api di Ceppaloni non ha retto al solleone!». A settembre ci sarà il passo decisivo. Tutti gli alleati della Cdl, ha detto Bossi, firmeranno un documento con i testi dei disegni di legge riguardanti le riforme. Riforme a tutti i costi, quindi, altrimenti la Lega se ne va. Da Ponte di Legno è partito anche un nuovo attacco alla magistratura. I magistrati, ha affermato Umberto Bossi, si devono limitare ad applicare le leggi che fa il popolo o il Parlamento composto dagli eletti dal popolo. Loro (i magistrati, ndr) non sono eletti dal popolo». Il leader della Lega anche difeso la proposta di Roberto Calderoli di una una indagine parlamentare sul Csm. Il consiglio superiore della magistratura, ha affermato Bossi, è un organo autonomo dei magistrati «che ha sempre colpito molto poco i magistrati che sbagliano». Certi pubblici ministeri, ha aggiunto, fanno quello che vogliono: «hanno l'obbligo di perseguire i reati ma poi decidono loro quali perseguire». L'Udc respinge le accuse ma ai centristi e pure ai leghisti ha rivolto un appello alla concordia il portavoce di Forza Italia Sandro Bondi. Dopo le «scaramucce estive», ha detto, la maggioranza per ritrovare la sua compattezza ha bisogno di «coesione, impegno unitario, comunicazione ai cittadini dei risultati del governo e impegno per il futuro». Bossi, per il portavoce di An Mario Landolfi, non deve temere per le riforme. Si faranno a settembre, ha affermato, a patto però che rientrino «in un quadro di unità nazionale». Per Donato Robilotta (Nuovo Psi) «la devolution di Bossi è un ostacolo».

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