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Sanità, l'Abruzzo vara il piano-risparmi

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500miliardi di vecchie lire) formatosi negli anni scorsi la Regione Abruzzo ha già collocato sul mercato internazionale Bor per 166 milioni di euro. Gli altri soldi saranno reperiti con la cartolarizzazione dei beni immobili dismessi di proprietà regionale. Ma bisogna guardare al presente e, soprattutto, al futuro. Lo Stato non consentirà più sforamenti rispetto alla somma annualmente conferita (attualmente per l'Abruzzo è di 1.600 milioni di euro) come ha ribadito a chiare lettere nei giorni scorsi il sottosegretario all'economia Giuseppe Vegas. Le regioni che non si adeguano non avranno aiuti o facilitazioni di sorta, ma dovranno provvedere con la leva fiscale autonoma. La risposta della Regione Abruzzo è arrivata pronta e puntuale, frutto comunque di un lavoro preparatorio iniziato alcuni mesi fa. La parola d'ordine è risparmiare senza imporre ticket o altri balzelli, ma razionalizzando la spesa nei vari settori del pianeta sanitario. Un programma articolato è stato illustrato ieri dall'assessore alla sanità, prof. Erminio D'Annunzio (Forza Italia), già primario della divisione di cardiologia dell'ospedale di Pescara. Il primo provvedimento riguarda la revisione dei "Lea" (Livelli essenziali di assistenza) con l'esclusione di alcuni tipi di prestazioni che non andranno più a gravare sulle casse regionali (risparmio dai 25 ai 30 milioni di euro). Con la fissazione di un tetto predeterminato per la riabilitazione (specie nella strutture private) il risparmio dovrebbe osscillare tre gli 8 e i 10 milioni, mentre il decremento della spesa farmaceutica dovrebbe comportare un risparmio tra gli 11 e i 15 milion. Complessivamente oltre 50 milioni di euro (100 miliardi di vecchie lire). Con queste disponibilità sarà possibile dare più impulso all'Adi (assistenzxa dominciliare integrata) per evitare i cosiddetti ricoveri impropri. Obiettivi che si potranno raggiungere con la piena collaborazione dei manager delle sei Asl abruzzesi, dei medici di famiglia e delle strutture private accreditate, anche se lo stesso assessore ha ammesso che i controlli in questo campo sono carenti perchè il personale della Regione preposto alle verifiche è del tutto carente. Predisposto anche un piano per la ristrutturazione della rete ospedaliera. «Considerando che attualmente - spiega D'Annunzio - nei 21 ospedali pubblici e nelle 15 cliniche private si registra un'eccedenza complessiva di 777 posti letto in base al paramentro del 4 per mille e che invece c'è una carenza di 628 p.l. per lungodegenti, si procederà a una riconversione con "tagli" che non supereranno le 149 unità». Prevista anche la riduzione dei distretti sanitari: passeranno da 72 a venti.

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