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Sciopero della fame per Sofri Pannella: lo Stato deve decidere

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Sei giorni di digiuno per avere «una risposta», per sollecitare le autorità ad «assumere un atto di responsabilità». Così Marco Pannella, al secondo giorno di sciopero della fame, spiega il senso della sua nuova campagna di protesta non violenta. «Non siamo qui a chiedere la grazia per Adriano Sofri. Quello che chiediamo - spiega il leader radicale - è una risposta, a questo punto urgente e necessaria, ad una semplice domanda: vogliamo sapere se il persistere della detenzione di Sofri, a 30 anni dal fatto per cui è stato condannato e dopo sette anni di carcere, sia compatibile con i principi del diritto positivo del nostro Paese». E il leader radicale fa proseliti. Silvio Di Francia, uno dei promotori della staffetta di digiuni per Sofri e Bompressi, gli si affiancherà nel digiuno a Ferragosto. Pannella, pur convinto dell'innocenza dell'ex leader di Lotta continua, non vuole entrare nel merito della decisione presa in sede giudiziaria. «Non vogliamo contestare la detenzione di Sofri in quanto tale, ma il suo persistere: esistono dati oggettivi per cui si possa ipotizzare la pericolosità sociale del condannato?». Obiettivo dello sciopero della fame, dice il leader radicale, è «aiutare chi deve decidere a farlo». «Bisogna liberare la vicenda Sofri da equivoci che la inquinano. Non è la detenzione il problema, ma il persistere della detenzione - dice -. Occorre fare chiarezza ed è per questo che siamo impegnati nello sciopero». Immediate le reazioni. «Trovo l'iniziativa velleitaria ed inutile» afferma il deputato di Forza Italia, Giorgio Lainati, affermando di rimettersi «alle decisioni della famiglia Calabresi» e di attendere «che siano loro a dire qualcosa». Anche la maggioranza (vale a dire il 70 per cento) dei 22 mila militanti di Forza Italia che hanno risposto a un sondaggio su internet si sono detti contrari alla grazia, bocciando quindi in pieno il provvedimento auspicato dagli stessi vertici azzurri. Al contrario il deputato liberale di Forza Italia, Egidio Sterpa, afferma di essere «da molto tempo favorevole alla grazia a Sofri, perché, al di là delle responsabilità, assolutamente non accertate, sono passati comunque molti anni». Intanto, Maurizio Turco, capogruppo degli europarlamentari radicali, legge i dati contenuti nel dossier del ministero della Giustizia, aggiornati al 30 giugno scorso: i detenuti in sovrannumero nelle carceri italiane sono poco meno di 15 mila, mentre quelli presenti sono 56.403. Inoltre, secondo Enrico Buemi, parlamentare dello Sdi, il padre del provvedimento che prevede la sospensione degli ultimi due anni della pena per coloro che ne abbiano scontata almeno la metà, «saranno circa 10 mila i detenuti italiani che godranno dell'indultino». St. Mor.

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