Inchiesta sulla giustizia, rivolta delle toghe Fuga in avanti di parte di Palazzo dei Marescialli contro la commissione Bondi. Cdl fa muro con Prc
Di certo suscita scalpore il comunicato dei togati del Csm firmato anche dai due membri del centrosinistra in cui si prende pesantemente posizione contro la commissione Bondi sulla giustizia che sta per essere varata dal Parlamento. Scoppia un nuovo putiferio. Tutto parte con le parole che arrivano da Palazzo dei Marescialli; parole con le quali si ribadisce l'impegno a garantire la tutela degli assetti costituzionali e quindi l'indipendente esercizio della giurisdizione. I consiglieri del Csm lamentano le «generiche accuse di parzialità e di politicizzazione» rivolte ai giudici milanesi dopo il deposito delle motivazioni della sentenza Imi Sir-Lodo Mondadori. Accuse, ricordano, sulle quali il Consiglio «era già di recente intervenuto, ribadendo, da un lato, la necessità, in un assetto costituzionale basato sulla divisione dei poteri, del rispetto reciproco tra le istituzioni e ricordando, dall'altro, la distinzione tra legittimità della critica dei provvedimenti giudiziari, anche dura ma argomentata, e inammissibilità della delegittimazione, dell'offesa e della denigrazione dei singoli magistrati e dell'intera magistratura». Ma «in connessione» a quelle accuse, proseguono i rappresentanti dell'organo di autogoverno della magistratura, c'è stata la presa di posizione del portavoce di Forza Italia, della quale si denuncia la «gravità» perché «mette in pericolo gli equilibri istituzionali previsti dalla Costituzione». Dure le repliche. In una nota congiunta Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto affermano che «l'intervento di una parte del Csm su una materia di competenza parlamentare e affidata al libero confronto politico è una grave violazione delle regole costituzionali». Il ministro Carlo Giovanardi (Udc) aggiunge: «Constato con rammarico che ogni tentativo teso a sostenere posizioni di reciproco rispetto tra i rappresentanti eletti dal popolo e la magistratura viene annullato da prese di posizione da cui emerge un sostanziale disconoscimento del ruolo del Parlamento in un paese democratico». Per Mario Landolfi (An) «la proposta di Bondi riguarda iniziative che spettano alla politica e la politica deve discuterne il merito. Interventi come quello di alcuni componenti del Csm rappresentano un'autentica invesione di campo». Roberto Calderoli (Lega) si spinge oltre: «Indaghiamo anche sull'attività degli ultimi anni del Csm». Ma piovono prese di distanza dalla sortita di una parte del Csm. Innanzitutto quella di Giuliano Pisapia (Prc) che senza mezzi termini giudica inopportuna la sortita che proviene da Palazzo dei Marescialli. Ma anche dei laici del Csm. Come Marotta («L'indipendenza della magistratura non è in discussione»), Di Federico («Sono interventi estranei al Csm»), Buccico («Non portate il Csm sulle barricate»).