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IL CAVALIERE REPLICA A PRODI

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E lo ha fatto anche in un botta e risposta a distanza con il presidente della Commissione Ue, Romano Prodi. «Siamo sostenitori convinti dell'ingresso della Turchia nell'Ue. Stiamo lavorando a questo» ha affermato il presidente del governo italiano, nonchè presidente di turno dell'Ue, sottolineando che non si tratta di una «sua idea». «È stato lo stesso Consiglio europeo, a Copenaghen e a Salonicco, a incoraggiare ripetutamente la Turchia sulla strada europea chiedendole - ha ricordato Berlusconi - a questo fine di approvare diverse riforme. E il governo turco lo sta facendo». Il 31 luglio ha infatti approvato un importante pacchetto di riforme, di cui l'Ue ha preso atto, apprezzando grandemente l'operato del governo di Ankara», ha insistito Berlusconi, aggiungendo: «Continuiamo su una strada che non è mia, ma è del Consiglio europeo». In un'intervista pubblicata dal «New York Times» Prodi, pur riconoscendo l'importanza strategica della Turchia, si era detto, invece, preoccupato che le dimensioni della Turchia (e la sua conseguente rappresentanza nell'Europarlamento) ed i suoi legami culturali con il Medio Oriente possano complicare gli sforzi europei di forgiare una politica comune. Successivamente, il portavoce di Prodi, Marco Vignudelli, aveva sottolineato che «il parere che la Commissione Ue deve esprimere prima della fine del 2004 è parte integrante di un'indicazione specifica del mandato conferito all'unanimità dal Consiglio europeo». La Turchia ha attualmente - secondo le ultime stime, circa 70 milioni di abitanti e, nel 2014-2015 - secondo le proiezioni diventerà il paese europeo più popoloso, superando la popolazione tedesca in costante decremento. È questa la principale ragione, insieme ai prevedibili flussi migratori, per cui alcuni paesi europei, pur esprimendo ufficialmente in sede Ue posizioni favorevoli alla Turchia, nutrono profonde perplessità in proposito, le quali trovano espressione nei rispettivi parlamenti. Il Consiglio europeo ha, tuttavia, più volte espresso ufficialmente nei suoi documenti, l'assicurazione che se Ankara avesse compiuto le riforme necessarie, si sarebbe proceduto al suo accesso all'Ue «a pieno titolo» e con «piena membership». Nello stesso tempo Bruxelles ha posto la fine del 2004 come data per «un esame finale» dei progressi compiuti dalla Turchia ai fini dell'inizio del negoziato di adesione a dicembre del 2004. Alcuni Paesi europei - secondo fonti diplomatiche turche - sono rimasti sorpresi negli ultimi tempi dalla rapidità con cui la Turchia si sta adeguando ai cosiddetti «criteri di Copenaghen» (le condizioni politiche poste da Bruxelles per l'adesione della Turchia).

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