TUTTE LE PROPOSTE DI COMMISSIONE
A settembre alla Camera primo confronto-scontro
Destra e sinistra, deputati e senatori, da maggio 2001 in tanti hanno preso carta e penna e per mettere nero su bianco le loro soluzioni. Attualmente, tra Camera e Senato, sono sei le proposte di legge che vogliono istituire commissioni parlamentari d'inchiesta sui temi della giustizia. Il testo più avanti nell'iter parlamentare è quello che porta le firme di Francesco Nitto Palma, di FI, e di Enzo Fragalà di An: il provvedimento istituisce una commissione di inchiesta sul fenomeno di Tangentopoli e sull'uso politico della magistratura. Un testo che raggruppa almeno sei proposte di legge di deputati di diversi gruppi e che a Montecitorio ha superato l'esame delle commissioni congiunte Giustizia e Affari costituzionali, in un clima di scontro tra i due poli. Il 24 marzo l'aula ha affrontato la discussione generale. L'esame dovrebbe riprendere in autunno dopo il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni. Il confronto si annuncia serrato. Se Fragalà si propone infatti di «fare luce sulle responsabilità di chi ha tentato di intraprendere una rivoluzione attraverso la via giudiziaria», per il diessino Carlo Leoni il testo «ha un chiaro intento di rivalsa nei confronti dei magistrati di "Mani pulite"». Sempre su Tangentopoli due provvedimenti quasi identici sono fermi da tempo al Senato. Il ddl presentato l'anno scorso da Maurizio Eufemi dell'Udc e assegnato alla commissione Affari costituzionali, non è mai stato messo all'ordine del giorno. Il testo istituisce una commissione d'inchiesta per accertare le cause di «corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti e i motivi che hanno impedito alla magistratura di reprimere gli illeciti prima del 1992». Giace anche il ddl di Giovani Crema dello Sdi. La gestione dei pentiti è l'altra questione su cui deputati e senatori si sono esercitati. Assegnato alla commissione Giustizia della Camera, ma mai discusso, il testo di Sergio Cola. Il deputato di An propone una commissione di inchiesta «sull'impiego dei collaboratori di giustizia e sui costi sostenuti per il loro utilizzo». Stesso tema per il ddl di Lino Iannuzzi, FI, fermo da tempo in commissione Giustizia a Palazzo Madama. L'organismo dovrebbe verificare «le ragioni che hanno portato ad impiegare ingenti somme per soddisfare le richieste di alcuni collaboratori» e capire se lo Stato ha recuperato le somme pagate ai pentiti che si sono poi rivelati inattendibili. Tornando a Montecitorio, Fragalà ha presentato la pdl che istituisce una commissione di inchiesta sulla «condizione di legalità nell'uso dei poteri dello Stato in relazione alle garanzie e ai diritti costituzionali dei cittadini». Due gli obiettivi: verificare «l'esatta osservanza del principio costituzionale della separazione tra i poteri dello Stato» e «accertare e valutare la natura e le caratteristiche di eventuali straripamenti di potere che possono mettere in pericolo i principi della democrazia e l'unità della Nazione». Il testo è fermo in commissione Affari costituzionali della Camera.