PER comprare casa scatta la corsa all'asta.
Per ora sono circa 8 mila gli immobili venduti all'asta, ma si calcola che se tutto i tribunali adottassero il modello Monza, le vendite potrebbero avere una crescita esponenziale. Sconti, tempi certi di entrata in posseso dell'immobile e convenzioni con le banche per chi non ha soldi necessari all'acquisto. Questi i cardini della rivoluzione del Tribunale di Monza, che ha modificato anche le regole di partecipazione all'asta, eliminando quelle turbative che in passato hanno favorito accordi e "cartelli" scoraggiando i semplici cittadini a partecipare. Regole che hanno fatto impennare le vendite degli immobili, con un incremento, se si guarda agli immobili venduti nel 2000 rispetto a quelli ceduti nel 94, del 1.158%. Ma non solo. Anche il sistema della Giustizia ne ha guadagnato. Se a Monza, quattro magistrati nel '97 riuscivano a vendere in totale 41 immobili, nel 2000 ne hanno aggiudicati 498, con un incremento della produttività per magistrato del 1.219%. Numeri che hanno fatto scuola e che hanno convinto altri tribunali a seguire la strada di Monza, dato che in alcuni casi la percentuale dei beni realmente acquistati rispetto a quelli messi in vendita è inferiore al 5%. Secondo i magistrati che hanno dato il via alla rivoluzione, le cause che fino a oggi hanno impedito agli italiani di acquistare in «massa» gli immobili alle aste sono essenzialmente quattro: le gravi carenze di informazione da parte di possibili acquirenti, l'esistenza di turbative d'asta, la necessità di disporre dell'intero prezzo in contanti, e insieme le notevoli difficoltà di accedere al mercato dei mutui e cioè in ragione dei particoalri meccanismi delle vendite giudiziarie e in particoalre della necessità di versamento dell'intero prezzo prima del trasferimento con conseguente impossibilità per le banche, di procedere alla iscrizione ipotecaria al momento dell'erogazione. e infine, l'esistenza di prassi burocratiche poco attente alle esigenze dei cittadini. Ecco allora che i magistrati per risolvere questi problemi hanno deciso, sul fronte dell'infromazione di pubblicare gli annunci di asta in una unica pagina riservata al tribunle, rimuovendo il liguaggio ostico di sapore burocratico e inserendo anche i pregi eventuali dell'immobile. Hanno poi consetito la visita dell'immobile, ed eliminato i fenomeni delle turbative d'asta in questa maniera: preferendo la svendita senza incanto e puntando sulla riservatezza delle offerte. Un meccanismo che ha permesso di eliminare la richiesta di indebiti compensi per non partecipare alla gara, oppure, ad asta conclusa, con la richiesta di denaro per non porre nel nulla, attraverso un'offerta in aumento del sesto la aggiudicazione già avvenuta. Con la vendita senza incanto, inoltre spiegano i magistrati, l'offerta è vincolante ed escludendo la possibilità di revoca dell'offerta si pone una barriera a manovre tese a provocare un ribasso del prezzo.