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«NON ho sentito Romano Prodi dire quelle cose quando si indagava su Silvio Berlusconi.

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Piuttosto il presidente della Commissione europea dovrebbe dare delle risposte». Giuseppe Consolo, senatore di An e membro della commissione Telekom Serbia, replica alle accuse che arrivano da Prodi contro l'organismo che indaga sull'affaire: «La colpa più grave - ha detto l'ex presidente del Consiglio - di tutte è quella di accusare persone innocenti sapendo benissimo che sono innocenti». Senatore, la sorprende questa posizione del presidente della Commissione Europea? «Mi sorprende sì. Non si può essere garantisti solo quando si è sotto accusa. Quando si indaga sugli altri, o addirittura sugli avversari politici, allora si diventa colpevolisti». Ieri i girotondi, oggi la sinistra cambia atteggiamento? «È la loro solita incoerenza. Non capisco per quale motivo dobbiamo considerare Igor Marini colpevole e Prodi innocente». Be', anche la Cdl è incoerente. Ieri garantisti oggi chiedete l'arresto di Prodi, Fassino e Dini... «No, guardi, ero garantista ieri e lo sono anche oggi». Quindi Prodi, Fassino e Dini sono innocenti? «Certo, fino a prova contraria». Ma secondo lei la commissione dovrebbe convocarli? «Al momento non ne vedo al necessità. Aspettiamo le prove documentali e poi si vedrà». Quindi potrebbero essere convocati in futuro? «Penso che tutto questo non ha molta importanza. Anzi, permette una considerazione?». Prego. «A noi delle tangenti non importa pressoché nulla. Personalmente non è argomento che mi appassiona e non è di questo che si deve occupare la commissione. Noi dobbiamo pensare all'aspetto politico, al resto ci pensa la magistratura». E che cosa intende per aspetto politico? «È stata acquistata un'azienda, Telekom Serbia, in perdita, al doppio del prezzo, in una nazione che si avviava a fare una guerra, con un rischio-Paese altissimo e per una società che aveva un patrimonio cash in una valuta, il dinaro, non convertibile. Insomma, visto che si tratta di un'operazione fatta da un'azienda, Telecom Italia, che all'epoca dei fatti era in mano pubblica, restano tre domande da fare». E cioé? «Perché? Perché? Perché?». Perché cosa? «Perché decisero quell'acquisto. Una sola cosa è certa: ci fu uno spaventoso sperpero di denaro, circa 7-800 miliardi di lire. Uno spreco che era assolutamente prevedibile prima che si avviasse l'intero affaire. Allora, con tutto il rispetto, vorremmo sapere dal presidente del Consiglio, dal ministro degli Esteri e dal sottosegretario agli Esteri dell'epoca perché diedero l'avallo politico a all'acquisizione della società di Milosevic». E magari vorreste anche sapere se furono pagate tangenti? «Non mi interessa. Voglio solo sapere perché decisero di dare il via libera politico per realizzare quel business. Che è costato, ripeto, una cifra enorme. Si tratta di soldi pubblici. E allora, Prodi, Fassino e Dini invece di continuare a parlare d'altro, dicano quello che sanno, diano spiegazioni su questo». F. D. O.

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