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«Fondi pensione, ultima chance per il pubblico impiego»

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Due gli obiettivi: chiudere la legge delega e abbandonare la strada dell'obbligatorietà del Tfr

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A lanciare «il grido di dolore» è il presidente della Covip (Commissione di vigilanza sulla previdenza integrativa), Lucio Francario, per il quale non c'è più tempo da perdere, perché il pericolo è che sfugga l'ultima occasione per lanciare i fondi pensione nel nostro Paese. Due gli obiettivi da centrare in autunno: «Chiudere la legge delega, agevolando fiscalmente la previdenza integrativa e abbandonando la strada dell'obbligatorietà del Tfr da destinare ai fondi pensione; raggiungere con le parti sociali l'intesa per la costruzione della previdenza complementare anche nel settore pubblico, stanziando in Finanziaria risorse consistenti». DIPENDENTI PUBBLICI, RISCHIO PENSIONI BASSE — Francario mette il dito su quello che è un vero e proprio nervo scoperto del sistema previdenziale italiano: il decollo della previdenza integrativa per circa tre milioni di lavoratori della pubblica amministrazione. «Il mio - afferma il presidente della Covip - è un vero e proprio grido di dolore, perchè sul fronte della previdenza complementare del pubblico impiego siamo in fortissimo ritardo, col rischio che per milioni di lavoratori si prospetti un futuro pensionistico inadeguato, con importi pensionistici molto più bassi di oggi e non supportati da un'adeguata copertura garantita dal pilastro della previdenza integrativa». IL NODO RISORSE — Due, per il presidente della Covip, gli obiettivi che il governo deve raggiungere in autunno: chiudere con la legge delega, che dovrà rendere più appetibile il ricorso ai fondi pensione prevedendo un trattamento fiscale più vantaggioso; raggiungere con le parti sociali l'accordo per la previdenza integrativa del pubblico impiego. Sarebbe un risultato straordinario». TFR, MEGLIO IL SILENZIO-ASSENSO — Prosegue il presidente della Covip: «Ci aspettiamo dal Senato, dove è in discussione la delega previdenziale, risposte importanti e adeguate. Vanno incentivati fiscalmente - insiste - i fondi, che oggi sono sostanzialmente accomunati agli altri strumenti di gestione del risparmio; bisogna abbassare la tassazione sui rendimenti dei fondi come avviene in altri Paesi; va incentivata fortemente la destinazione del Tfr ai fondi. Così si creano le condizioni per un vero decollo del settore». DELEGA NON BASTA, SERVE LA SVOLTA — Per Francario la legge delega «è solo un tassello del mosaico previdenziale, non è l'unico. E non ci si può illudere che possa risolvere tutti problemi». Ma in autunno è possibile imprimere una svolta. I NUMERI — Nonostante la previdenza integrativa in Italia stenti ancora a decollare, il numero dei fondi pensione e degli iscritti continua a crescere costantemente. Secondo i dati dell'ultima Relazione annuale della Covip, aggiornati al 31 dicembre 2002, l'anno scorso i fondi di nuova istituzione sono stati 139, di cui 44 di tipo negoziale e 95 di tipo aperto. I nuovi iscritti sono stati in tutto 1.360.000, il 6,8% in più rispetto al 2001. Grazie a questa buona performance il settore ha chiuso il 2002 con un attivo di 4,5 miliardi di euro, con un incremento di oltre il 40% sull'anno precedente.

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