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Pensioni, sindacati pronti allo sciopero Cisl-Uil: «Senza riforma degli ammortizzatori salta il Patto Italia». Palazzo Chigi smentisce le voci sulla manovra

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Dunque, sono «solo fantasie le notizie riportate in proposito da alcuni giornali. Non hanno fondamento alcuno e meraviglia come possano essere attribuite, con tanta disinvoltura, all'iniziativa o alle intenzioni della Presidenza del Consiglio». A ben vedere, la smentita non smentisce appieno: dal momento che, se la presidenza del Consiglio non sta studiando queste misure, è pur vero che i tecnici del Tesoro le stanno invece vagliando. La conferma viene anche dal sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas. «Per adesso non c'è un piano governativo vero e proprio - afferma -. Stiamo pensando a diversi metodi di utilizzo del patrimonio pubblico. Come l'edilizia sanitaria, gli ospedali. Invece di avere la proprietà degli ospedali si può pensare ad una sorta di canone di affitto per l'immobile dotato di impianti. Una sorta di meccanismo di noleggio che consentirebbe di risparmiare sull'acquisto diretto». Insomma, il copione di quest'agosto ricalca quelli già visti: si va avanti a furia di mezze ammissioni e mezze smentite in attesa dell'accordo definitivo. Uno dei capitoli che resta caldo è quello della riforma previdenziale: le ipotesi della scorsa settimana hanno posto nel mirino i dipendenti pubblici che sono stati, fra l'altro, sotto il tiro di Bossi. All'interno della maggioranza, An si è subito messa di traverso. «Non ci saranno le condizioni per fare uno sciopero generale perché la linea del governo e di An è quella di rispettare e di andare avanti sugli impegni già presi» dichiara Oreste Tofani, di Alleanza nazionale, che così tende una mano a Cgil, Cisl e Uil sul piede di guerra. Per il portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi, «una cosa che forse ci possiamo rimproverare è di avere insistito sull'articolo 18 il primo anno di governo e non sulla più strategica riforma delle pensioni, che forse oggi è diventata più difficile». Per quanto riguarda i sindacati, Cisl e Uil lanciano l'ultimatum: il governo metta subito mano, in autunno, alla riforma degli ammortizzatori sociali, oppure potremmo non sentirci più legati al Patto per l'Italia. Le confederazioni sindacali guidate da Savino Pezzotta e Luigi Angeletti sono stufe dei continui annunci sulla riforma delle pensioni e fortemente preoccupate per «l'assoluto silenzio» su uno dei punti più qualificanti dell'accordo firmato con governo e Confindustria il 5 luglio 2002: l'aumento dell'indennità di disoccupazione. Per il segretario confederale del sindacato di via Po, Raffaele Bonanni, «o il governo zittisce ufficialmente Bossi sulle pensioni dei dipendenti pubblici o la risposta del sindacato sarà durissima». Secondo Stefano Cetica, segretario generale dell'Ugl, l'ipotesi di una riforma delle pensioni dei dipendenti pubblici «rischia di aprire una nuova stagione di conflittualità e di interrompere bruscamente quel dialogo sociale che il governo dice di cercare». Anche i sindacati dei dipendenti pubblici fanno fronte comune: Fp-Cgil, Cisl-Fps, Uil-Fpl e Uil-Pa hanno emesso una nota, ricordando che «ogni eventuale manomissione dell'attuale sistema previdenziale per i lavoratori in servizio e in pensione comporterà inevitabilmente lo sciopero generale dei dipendenti pubblici». Sul tema è intervenuto anche il segretario dell'Udc, Marco Follini: «Non mi pare abbia senso intervenire sulle pensioni degli statali e non sulle altre». Insomma, la tregua tra centristi e An da un lato e Lega dall'altro pare essere durata un solo giorno.

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