Lista unica della Cdl? Follini dice «no»
Sandro Bondi, portavoce di Forza Italia, si è spinto fino a proporre, ma in una prospettiva più a lungo termine, un unico partito di centro, Forza Italia e Udc insieme, sotto l'egida politica del Ppe. La proposta incontra subito il no del leader dei centristi Marco Follini. «Io sono molto affezionato al mio partito, l'Udc», ha dichiarato durante un dibattito al Caffè della Versiliana. Quanto alla lista unica per le Europee «o si apre una prospettiva, che è quella del Partito popolare europeo e si rimettono insieme tutti i tasselli di questo mosaico, oppure si va alle elezioni ognuno con le proprie bandiere, ognuno con lo spirito di partito. Altre strade non ne vedo. Una combinazione a due tra l'Udc e Forza Italia, quella, non la vedo». Follini, però, è anche convinto che sia superata l'ipotesi di un raggruppamento di centro fatto raccordando tronconi dc presenti nel centrodestra e nel centrosinistra. Per il futuro, come alternativa alla sinistra, il leader dell Udc pensa a «un'alleanza che veda la preponderanza delle posizioni di centro, pur riconoscendo il peso, il ruolo e il valore della destra nel sistema democratico italiano». Fedele alla richiesta fatta ai suoi di evitare polemiche sotto l'ombrellone con la Lega, Follini ha però chiarito che sono «pure fandonie, maldicenze» le voci di una sua imminente entrata nel governo come ministro. Udc e Carroccio, però, continuano a punzecchiarsi a distanza, sia sul fronte delle pensioni che quello delle riforme istituzionali. Il capo della segreteria leghista Francesco Speroni ha annunciato, ancora una volta, che la battaglia sulla devolution sarà dura e decisiva per il Carroccio, mentre c'è «qualcuno che la tira per le lunghe». Il Senatur, che si è quasi completamente rimesso dall'intervento subito due settimane fa, «sta valutando l'idea di accelerare sulla devoluzione, lavorando al contempo a un disegno di legge più complesso, e deciderà entro fine mese». Il ministro delle Riforme potrebbe scegliere un progetto asai più ricco di riforme, che comprenda anche la Corte costituzionale regionalizzata, maggiori poteri al premier e Senato federale, sfidare su questo gli alleati mettendo sul piatto anche la possibilità di abbandonare la coalizione. Per ora, dopo il disgelo estivo tra Lega e Udc, alla bozza delle riforme lavorerà il Comitato di saggi dove sono rappresentate tutte le forze della Casa delle libertà che si riunirà il 20 agosto.