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Diverse tipologie contrattuali Novità su domanda-offerta Ricerca di personale dinamico

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Da settembre entra infatti in vigore la riforma Biagi e promette una vera rivoluzione. Il decreto che definisce nei dettagli le nuove forme di contratto flessibile, come il lavoro a progetto (che sostituisce le vecchie collaborazioni coordinate e continuative), e manda in pensione l'arrugginito sistema di collocamento, aprendo a una pluralità di soggetti privati, è stato approvato pochi giorni fa dal Consiglio dei ministri. La riforma del mercato del lavoro è stata intitolata a Marco Biagi, il consulente del ministero del Lavoro, ideatore del progetto, ucciso dalle Brigate rosse il 19 marzo dell'anno scorso. Per il ministro del Welfare, Roberto Maroni, si tratta della riforma più significativa degli ultimi decenni. La prima parte prenderà il via a settembre, mentre per dicembre - secondo quanto auspica il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi - potrebbe vedere la luce la seconda parte della riforma con il varo dei nuovi ammortizzatori sociali e la modifica all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. «L'obiettivo - spiega Maroni - è rendere il mercato del lavoro non solo più flessibile, ma anche più moderno ed europeo per cercare di aumentare il tasso di occupazione e raggiungere il livello fissato a Lisbona (70% nel 2010)». Perché ciò avvenga saranno introdotte diverse tipologie contrattuali, dal lavoro a progetto a quello a chiamata, passando per il lavoro ripartito (il cosiddetto job sharing), i contratti di inserimento e lo staff leasing. Sarà più semplice anche il trasferimento di azienda e l'utilizzo del part-time. Tra le novità più rilevanti ci sono il sostanziale «altolà» alle collaborazioni coordinate e continuative che, salvo alcuni casi specifici, dovranno essere trasformate in rapporti di lavoro subordinato o in contratti a progetto, ma anche il superamento dei contratti di formazione, sostituiti dai contratti di inserimento. Novità anche sul fronte del rapporto tra domanda e offerta di lavoro, con la possibilità per le agenzie di lavoro interinale di allargare il campo e di svolgere anche attività di mediazione. Si apre definitivamente al collocamento privato e si fissano regole per le agenzie che opereranno in questo delicato settore. Non è possibile fare ricerca di personale sui giornali (ma anche sulla tv o su internet) in forma anonima o da parte di soggetti pubblici non autorizzati. Pesanti le sanzioni previste (da 4.000 a 12.000 euro). Nelle agenzie di lavoro private si ampliano le possibilità attualmente permesse dalla legge per svolgere attività di intermediazione consentendola, tra l'altro, anche alle società per la fornitura di lavoro interinale. Accanto ai centri per l'impiego - che dal '97 hanno sostituito i vecchi uffici di collocamento - fanno quindi l'ingresso organismi privati o privato-sociali che potranno svolgere, a determinate condizioni, tutti i servizi per il mercato del lavoro: incontro tra domanda e offerta, orientamento, formazione. A svolgere attività di intermediazione potranno essere anche enti locali, Camere di commercio, università, scuole secondarie di secondo grado, consulenti del lavoro (non individualmente), enti bilaterali, sindacati e organizzazioni imprenditoriali firmatarie di contratti collettivi nazionali. Per il lavoratore i servizi, anche quelli offerti dai privati, saranno sempre gratuiti. Per il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, «diventeremo il Paese europeo con i più alti tassi di occupazione regolare». Sacconi parla di «impianto istituzionale condiviso da tutti» e ricorda che a Marco Biagi «dobbiamo l'intitolazione di questa riforma, che corrisponde esattamente al suo modo di vedere e intendere il mercato del lavoro». Tra le parti sociali la Cgil conferma il suo giudizio negativo sulla riforma (e le due ore di sciopero già proclamate per settembre) perché - sostiene il segretario confederale Giuseppe Casadio - «realizza quel self-service della precarietà che punta a rendere il lavoratore sempre più solo e debole sul mercato». La Cisl dà un

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