VEGAS, SOTTOSEGRETARIO ALL'ECONOMIA
E la cifra di 50 miliardi di euro è credibile». Il governo starebbe mettendo mano al patrimonio immobiliare dello Stato per far cassa, lo conferma il sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas. Al Tesoro si starebbe quindi studiando il modo di vendere una serie di palazzi e sedi di enti pubblici e ministeriali a un gruppo di banche e poi riprenderle in locazione dagli Istitui stessi. Immobili in vendita. Da questa operazione lo Stato ricaverebbe 50 miliardi, cifra che ieri a Radio radicale il vice di Giulio Tremonti dice potrebbe essere anche superiore. «È una cifra credibile, ma la proprietà in mano pubblica è molto superiore. Utilizzare il lease back è una cosa che si fa in molti paesi e serve anche a chiarificare bilancio. Il nostro patrimonio è poco conosciuto e sfruttato. Si potrebbero inoltre razionalizzare le sedi». Manovra da costruire. Vegas parla anche più in generale del documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef), che prevede una manovra da 16 miliardi, dei quali 10 recuperati tramite una-tantum. «Dobbiamo costruire la finanziaria, si affacciano molte ipotesi per colorire la cifra impostata con il Dpef. Ma siamo ancora lontani dalla definizione dei problemi», Vegas insiste sulla «questione immobiliare» che «è di grande rilievo. È uno strumento che può essere utilizzato in fase emergenziale per un atterraggio morbido a un sistema più efficiente». La sanità non si tocca. Al di là di interventi di «finanza creativa», il sottosegretario dice che comunque con la prossima finanziaria «non ci dovrebbero essere interventi sul settore sanitario. Siamo già intervenuti sulla spesa farmaceutica e oltretutto la Sanità non è di competenza dello Stato». Intervenire sulle pensioni. Dovrà invece essere affrontata, secondo Vegas, la questione delle pensioni: «C'è problema di equità tra le generazioni. Il meccanismo attuale non è sostenibile nel lungo periodo. I sindacati? Devono essere coinvolti tenendo conto però che non rappresentano l'interesse totalitario ma gli interessi di chi lavora e dei pensionati». Infine i condoni, che il sottosegretario preferirebbe non comparissero nella manovra.