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Pensioni, lo sciopero spacca i sindacati

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Pezzotta: Epifani ha deciso cosa fare senza ascoltarci. Angeletti: l'unità va fatta su politiche condivise

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Cisl e Uil bocciano in pieno l'invito di Epifani a «mobilitarsi unitariamente a settembre contro la politica economica del governo». La risposta di Pezzotta e Angeletti è dura: il metodo di Epifani è inaccettabile, l'unità non si fa sugli scioperi, ma sui contenuti. La polemica tra Cgil, Cisl e Uil riesplode ai primi di agosto, quando il tema pensioni e le critiche comuni al Dpef varato dal governo sembravano assicurare una sostanziale tenuta del fronte sindacale in vista di un autunno che si preannuncia caldo. Con decisione, il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta prende le distanze: «Non accetterò mai il metodo usato dalla Cgil: Epifani prima proclama gli scioperi e poi fa appelli all'unità. Non ci sto». A bruciare, per il segretario generale della Cisl, è il fatto che la Cgil si appelli all'unità, ma abbia già deciso in tutta autonomia un percorso di lotta, a cominciare dalle due ore di sciopero generale alla ripresa contro la legge Biagi. «La Cgil ha già deciso cosa fare senza sentire nessuno, senza ascoltare nessuno. Hanno deciso di fare lo sciopero? Bene, lo facciano. Ma, in questo caso, l'unità diventa solo un'invocazione. Perciò, ognuno deciderà le proprie azioni» tuona Pezzotta, che fa sapere al governo di essere «disponibile al confronto e al dialogo» in tema di pensioni. Avvertendo però che «bisogna smetterla» di tirare fuori anche «questioni che non esistono», come quella dei dipendenti pubblici, perché «ormai la confusione è totale». A ruota arriva la risposta del leader della Uil, Luigi Angeletti: «L'unità che propone Epifani non va bene, non porta a nulla. Vorrebbe metterci d'accordo su un'opzione politica sciocca, di essere contro la politica economica del governo, a prescindere. Ma non possiamo passare i prossimi anni a protestare. Non è politicamente utile. L'unità si fa su politiche che siano condivise». «Io dico che gli appelli di Epifani dovrebbero essere altri e più credibili» continua il leader della Uil, per il quale ai fini dell'unità «sarebbe meglio che il segretario della Cgil facesse un appello alla Fiom perché firmi il contratto dei metalmeccanici». E in serata, da Cortina d'Ampezzo, dove è in vacanza, Pezzotta riprende la parola per ribadire che la Cisl «non accetterà gli 11 tavoli di confronto» proposti dal governo per arrivare alla Finanziaria. «È stato un anno e mezzo difficile - continua - e al rientro ci aspetta la Finanziaria sulla quale abbiamo chiesto un tavolo unico. Il governo dovrà dire realmente le cose come stanno, qual è la situazione economica reale. E non dovrà fare come per il Dpef, per cui si sono presentati a cose già fatte». Anche l'Ugl non risponde alla «chiamata alle armi» di Epifani, che si riscalda: «Tutto quello che fa la Cgil - dice il segretario generale dell'Ugl, Stefano Cetica - appare ormai strumentale a un ragionamento di carattere politico». Per il segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro, «andare alla trattativa in un clima di diffidenza estrema non può giovare a nessuno». L'unica risposta alla chiamata alle armi di Epifani arriva da Adamo Bonazzi, segretario generale dell'Usae, che afferma di «non escludere il ricorso allo sciopero». Anche sul fronte politico il solleone surriscalda gli animi. Accantonati i contrasti fra An e Lega, la polemica ieri si è spostata fra l'Udc e la Lega. «Le dichiarazioni di Maroni lasciano il tempo che trovano» ha scrollato le spalle il capogruppo dell'Udc alla Camera, Luca Volontè, nel commentare le dichiarazioni del ministro del Welfare sulla necessità di arrivare ad una riforma delle pensioni entro l'anno, equiparando trattamenti privati e pubblici. A Volontè risponde a tambur battente il leghista Francesco Speroni: «Ogni volta che facciamo una proposta l'Udc si mette di traverso. Non appena Maroni ha ventilato l'ipotesi di parificare le pensioni dei dipendenti pubblici a quelle dei dipendenti privati, come in Francia, l'Udc ha scatenato la polemica». La palla passa quindi al coordinatore di

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