Pensioni, il governo rassicura i sindacati
Buttiglione difende il pubblico impiego e i sindacati annunciano un autunno caldo. Ma Baldassarri mette in guardia chi sembra intenzionato ad andare avanti da solo: qualunque ipotesi di intervento sulle pensioni dovrà essere vagliata insieme. Il vice ministro dell'Economia, Mario Baldassarri (An), assicura pertanto le parti sociali che «non c'è alcun punto di vista del ministero dell'Economia» e che «qualunque ipotesi di intervento sulle pensioni dovrà essere vagliata in termini di collegialità delle scelte sia sotto il profilo tecnico che politico». Baldassarri tiene a sottolineare che le scelte e gli stessi approfondimenti a settembre saranno fatti dall'intera maggioranza. Come dire che, dopo la verifica, la «musica» è cambiata e nessuno può più decidere da solo. Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, parlando dopo un comizio a Chioggia, ha ribadito proprio questi punti: il dialogo con le parti sociali ci sarà; il governo andrà avanti sulla strada dell'equiparazione tra dipendenti pubblici e privati; le pensioni di anzianità non saranno toccate; obiettivo del governo resta quello dell'innalzamento, soprattutto con incentivi, dell'età pensionabile; non ci sono pressioni dalla Ue per la riforma pensionistica. Il capitolo previdenza, quindi, continua ad essere al centro dell'agone politico e si allarga a nuovi fronti perché in ogni caso gli esperti del ministero del Tesoro non sembrano infatti intenzionati a fermarsi a rinnovare le pensioni per gli statali, ma stanno studiando interventi strutturali anche per i lavoratori privati. La delega previdenziale attualmente in discussione al Senato prevede un sistema di incentivi per chi rinvia l'uscita dal lavoro. Stabilisce inoltre il trasferimento del nuovo Tfr maturato dai lavoratori (liquidazione) ai fondi pensione. La delega potrebbe essere modificata introducendo una decontribuzione previdenziale più forte: per tutti i neoassunti ci sarebbe una sola aliquota del 22-25% indipendentemente dal tipo di contratto. Allo studio di Tremonti anche l'eliminazione delle finestre di uscita. Per usufruire delle pensioni di anzianità altre ipotesi prevedono il contributo pro-rata per tutti e la riduzione delle attuali quattro finestre a due (luglio e gennaio) oppure il congelamento per tre anni. L'età minima per andare in pensione sarebbe di 57-60 anni. Il calcolo dei contributi andrebbe inoltre effettuato su quelli effettivamente versati. Nello scontro politico si è inserito ieri il ministro per le Politiche comunitarie e presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione, che ha spezzato una lancia a favore dei dipendenti pubblici, annunciando che il suo partito si metterà di traverso rispetto ad ogni intervento sul sistema previdenziale che possa penalizzare il settore. «La nostra linea sulle pensioni è semplice - ha affermato - non vediamo alcun motivo per punire i dipendenti pubblici».