Confronto difficile sulla spesa sociale

Già al primo appuntamento le proposte dell'esecutivo non convincono. Tutti seduti intorno al tavolo del welfare, ma nel piatto rischia di non esserci nulla. Questo il sospetto avanzato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ma anche dai rappresentanti dell'associazionismo e del terzo settore. L'opposizione, come da copione, parte alla carica contro un Libro bianco che rischia di essere solo un libro «in bianco». Ma il governo mantiene la barra dritta e ribadisce che l'impegno sul sociale non si misura dal Libro bianco, che è solo un documento di indirizzo. I conti si faranno con la prossima finanziaria. E sia il ministro delle Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione, che il sottosegretario al Welfare, Grazia Sestini, garantiscono che il governo troverà i fondi per realizzare tutti gli obiettivi. Intanto, però, il confronto sul sociale è rimandato a settembre. Dopo il via libera alla riforma Biagi, il piano sul welfare è il prossimo obiettivo del ministero guidato da Roberto Maroni. Un'opera titanica, se si pensa che in Italia ci sono un milione e 800 mila famiglie con una persona non autosufficiente a carico. A questo bisogna aggiungere l'esigenza di incoraggiare le nuove nascite, non più rinviabile considerato il basso tasso di natalità del nostro Paese. Il problema è aggravato dagli alti costi, dai 500 agli 800 euro mensili, sostenuti dalle famiglie per ogni figlio. Infine, sono necessarie misure urgenti per la lotta alla povertà, specie dopo che, con l'abolizione del reddito minimo di inserimento, l'Italia è rimasta l'unico Paese europeo senza alcuna misura di contrasto all'indigenza. LA STRATEGIA DEL LIBRO BIANCO — Le politiche sociali del governo si basano su due documenti programmatici: il Libro bianco sul welfare e il Piano di azione nazionale contro la povertà e l'esclusione sociale (Nap), appena approvato dal Consiglio dei ministri e in attesa del parere della Commissione europea. I due testi sono accomunati dalla visione che mette al centro delle politiche di welfare la famiglia, come elemento basilare per governare i processi demografici (alzare il tasso di natalità) e i rapporti fra generazioni. Sul modello dell'Agenda sociale europea, il Libro bianco fornisce una traccia dei grandi obiettivi dello stato sociale e individua sei aree di intervento, nel breve e medio periodo. Le sei aree sono: sostegno alle famiglie, infanzia e giovani, persone anziane e persone disabili, inclusione sociale, coesione sociale e volontariato. Da queste linee devono ora partire interventi, come la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, l'assegno di povertà (il reddito di ultima istanza, si chiama così il sussidio che sostituirà il reddito minimo di inserimento, azzerato dalla Finanziaria 2003), l'istituzione del Fondo nazionale per la non autosufficienza, la definizione dell'assegno che spetta alla nascita di un figlio. LA DIFESA DI BUTTIGLIONE — Le proposte illustrate mercoledì alle parti sociali dal sottosegretario al Welfare, Grazia Sestini, hanno provocato forti reazioni da parte dei sindacati e dei rappresentanti del terzo settore. Si tratta, questa la critica, solo di una serie di lodevoli dichiarazioni di intenti, senza però nessun riferimento a impegni di tipo finanziario. Nel Libro bianco, insomma, mancano le cifre. Osservazioni rimandate direttamente al mittente dal responsabile delle Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione. «Il Libro bianco - dichiara il ministro - non è una legge Finanziaria. La definizione più esatta delle cifre la faremo a settembre». Quello che invece sottolinea Bottiglione è l'importanza della «centralità che la famiglia riveste nel Libro bianco, come protagonista del welfare». «Si tratta di uno scambio, un grande patto sociale, che va a realizzarsi per sostenere la competitività del Paese. In un'Italia che non cresce - ammette il ministro - non c'è spazio neanche per politiche sociali adeguate». SESTINI: TROVEREMO I SOLDI PER IL BONUS — È orgogliosa del «suo» Libro bianco il sotto