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Sull'indultino la Lega si appella al Quirinale

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Sulle norme Tv scende in campo Gasparri: nessun conflitto istituzionale con il Capo dello Stato

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Berlusconi ieri ha fatto una visita privata a Spoleto, prima di raggiungere la villa in Sardegna. «Sono qui per le vacanze, ho bisogno di un pò di riposo», ha detto il presidente della Repubblica, fermamente convinto a continuare sulla strada del silenzio, in particolare a proposito della legge Gasparri sulle tv. Quello stesso silenzio che - come l'altro giorno Ciampi ha dovuto precisare con una nota, smentendo il premier - ha mantenuto nei colloqui con Berlusconi. Le vacanze d'agosto si aprono dunque con un certo gelo tra Quirinale e Palazzo Chigi. Il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, sostiene però che non gli risulta nessun «conflitto istituzionale» tra capo dello stato e governo a proposito della legge sulle tv. «Credo che sia una buona legge, penso che una legge serva - ha dichiarato -. Senza, anche la Rai entrerebbe in crisi. Sono per la difesa di tutto il sistema multimediale italiano, Rai compresa e compresi gli editori di giornali che potranno entrare finalmente nella tv». Per Gasparri non è in atto un conflitto istituzionale tra il Quirinale e Palazzo Chigi sulla riforma del sistema radiotelevisivo. «Stiamo portando avanti una legge e ci preoccupiamo che questa sia conforme alle esigenze di modernizzazione del sistema radiotelevisivo - ha continuato - di realizzazione di un maggiore pluralismo, di recepimento di alcuni indirizzi che il capo dello Stato ha espresso». Il problema del riassetto delle tv è comunque rinviato a settembre, quando il testo approderà alla Camera con il rischio che, se rimarrà nella forma attuale, il presidente della repubblica potrebbe anche non firmare. Antonio Maccanico, della Margherita, si augura che la pausa estiva possa portare utili riflessioni, magari a un accordo anche con l'opposizione. Propone, insomma un «lodo», come aveva a suo tempo fatto sull'immunità, che prevede di salvare Retequattro trasformandola in un canale di servizio pubblico, ma di proprietà privata, bilanciando così Rai e Mediaset. Nella Casa delle libertà la Lega non smentisce il suoi comportamenti ribelli e insiste nella polemica sull'indultino approvato l'altro giorno con il no del Carroccio e di An. Il coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Roberto Calderoli annuncia che domani spedirà una lettera a Ciampi per chiedergli di rinviare alle Camera la legge «per manifesta incostituzionalità e per vizi procedurali nel suo ultimo passaggio alla Camera». Calderoli chiederà poi al ministro della Giustizia, Roberto Castelli, con un'altra lettera, di monitorare e poi riferire al parlamento «in merito a tutti i reati commessi in futuro da coloro che verranno scarcerati grazie a questo squallido indulto mascherato». «Le recidive», prevede, «saranno molte ed è giusto che il popolo sappia quali reati verranno commessi ai suoi danni grazie a questo provvedimento e a chi lo ha promosso».

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