Berlusconi: «Talvolta mi fanno cadere le braccia perché litigano su cosette. Mai sfiorata la crisi»
Silvio Berlusconi si presenta alla conferenza stampa di Lunardi sulle Grandi Opere si lascia andare. A ruota libera. Tanto che alla fine dirà: «Sono come sono, ho deciso di essere me stesso e basta. Dico quello che penso». E che cosa pensa il presidente del Consiglio? Pensa che le fibrillazioni di questi giorni nella maggioranza sono frutto del sistema politico, che costringe chi ne è ai margini a cercare visibilità. Ma questo non vuol dire che il governo sia in difficoltà. Anzi, Berlusconi tiene a sottolineare che non «c'è mai stato un rischio di crisi, è tutta litigiosità superficiale». E il governo lavora, lavora, lavora come «nessuno nella storia repubblicana». Facciamo miracoli. Con la crisi economica internazionale, lo «spaventoso debito pubblico che ci hanno lasciato» e, soprattutto, con i paletti di Maastricht ci sono pochi spazi di manovra. «Con i vincoli europei non possiamo fare una vera politica economica, tanto meno la vecchia politica dei cambi. Possiamo fare solo i miracoli quotidiani. Poi però i giornali ci bastonano attaccandosi alla querelle». Mi cadono le braccia. «Quando qualcuno nella maggioranza mi chiede "fatti" mi cadono le braccia», dice Berlusconi (con riferimento ad An che nella fase calda della verifica ha invocato «fatti non parole» con La Russa, Alemanno e Landolfi). Oltre l'apparenza. L'invito del premier è a guardare oltre le apparenze. «Andate in vacanza tranquilli - dice il Cavaliere - sapendo che questo governo lavora e che stiamo portando avanti con risultati positivi tutti gli impegni presi». Di qui l'appello alle tv: mandate in onda i fatti concreti. Tv, mostrate i cantieri. «Sarebbe bene - dice - che le nostre televisioni decidessero di far vedere agli italiani i cantieri aperti per le Grandi Opere». Indispensabile marginalità. Berlusconi si sofferma sulla litigiosità nella maggioranza e bacchetta Lega e Udc: «Giorni fa dissi "lasciamo sfogare i ragazzi" forse risentono del caldo e si sono sfogati. Ma ci sono anche quelli che lavorano». «Questo governo - insiste - ha avuto negli ultimi giorni un po' di eclissi dovute alle fibrillazioni di vari componenti, frutto di un sistema politico che comporta in sè la necessità di identità, di visibilità. E del fatto che ci sono delle forze politiche che fanno pesare la loro indispensabilità marginale. Però il governo è andato avanti a lavorare. Ha concluso molto e siamo in assoluto anticipo rispetto al programma». Lavori in corso. Il Capo del Governo snocciola le cifre. Elenca I 365 provvedimenti varati dal governo in oltre due anni, di cui 237 già approvati dal Parlamento. Prende in mano il contratto degli italiani (quello firmato in tv a Porta a Porta) e sottolinea: «Il milione e mezzo di posti di lavoro? Ne abbiamo creati 700mila, ai quali si aggiungono i 750mila dell'emersione del sommerso degli immigrati e ci siamo. Le pensioni minime a un milione? Fatto. Più sicurezza per tutti? Abbiamo aumentato la prevenzione con il poliziotto di quartiere. Diminuzione delle tasse? Certo, abbiamo cominciato con la riforma» Taglio tasse. «Spero di poter portare quest'anno l'Irpeg al 33% e sto lavorando con il ministro dell'economia Tremonti anche per far scendere l'Irpef».