Alla fine della battaglia l'indultino è legge
Inutile ostruzionismo della Lega che attacca Casini e An. A favore anche Ulivo, Forza Italia e Udc
La Camera è riuscita ad approvare il provvedimento di clemenza all'ultimo minuto, prima delle ferie estive e dopo che la Lega ha ingaggiato inutilmente una battaglia procedurale per impedire il varo in commissione in sede legislativa, ossia senza un passaggio in aula. Lo scontro è stato duro. La Lega ha tentato di fare ostruzionismo e ha sparato a zero contro il presidente della Camera, Casini, che aveva proposto la sede legislativa. E anche contro An che ha ritirato le firme inizialmente raccolte insieme alla Lega per revocare l'esame abbreviato. È stato così possibile arrivare all'approvazione della legge che la commissione Giustizia ha varato con soli 27 voti a favore (Ulivo, Forza Italia e Udc), il voto contrario del rappresentante di An e con l'astensione degli esponenti di Prc e dei Verdi ha hanno giudicato l'indultino insufficiente per alleggerire il problema dell'affollamento delle carceri. I leghisti non hanno invece partecipato alla votazione ed hanno abbandonato l'aula dopo che il tentativo di ostruzionismo è risultato vano. La nuova legge (nata da un compromesso reso necessario dopo il no della maggioranza all'amnistia ed all'indulto) prevede uno sconto di pena di due anni per circa 9 mila detenuti per reati minori (sono esclusi quelli gravi come l'omicidio, il terrorismo e la pedofilia) che hanno già scontato la metà della pena. Non si applica a delinquenti abituali e clandestini. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, a nome del governo ieri mattina aveva chiesto all'aula di prendere una decisione sull'indultino perchè una mancata risposta alla richiesta di clemenza fatta nove mesi fa dal Papa alla Camera avrebbe provocato dei problemi nelle carceri. Per accelerare i tempi il presidente Casini ha proposto la sede legislativa in commissione che è stata approvata dall'aula con i voti contrari della Lega e di An. «Non ritengo di strozzare il dibattito sull'indultino», aveva precisato Casini che è stato però pesantemente attaccato dal capogruppo Alessandro Cè, che lo ha definito «parziale e fazioso». Per la Lega il presidente della Camera ha compiuto un «blitz antidemocratico», annunciando in un'aula quasi vuota la proposta della sede legislativa. La Lega ha progettato una contromossa. Ha ottenuto la revoca della decisione presentando una richiesta sostenuta dal numero di firme (70) previste dal regolamento. Molte di queste erano di deputati di An, tra cui il portavoce Mario Landolfi ed il presidente della commissione Difesa Luigi Ramponi. Ma le firme di An sono state poi ritirate. Erano state raccolte prima del voto del Senato, ha spiegato il capogruppo Ignazio La Russa, ed ora questa richiesta non ha più valore. La Lega ha accusato An di aver fatto il doppio gioco. Vanno in piazza a parlare di «tolleranza zero» ha attaccato il capogruppo Alessandro Cè: e poi «a Roma fanno le pastette». Noi, gli ha replicato il vice-capogruppo di An Italo Bocchino, abbiamo votato contro l'indultino, i leghisti invece «sono andati al mare» ed in commissione non hanno votato. L'Ulivo è soddisfatto per il varo della legge, ma la ritiene insufficiente. A settembre tenterà di rilanciare il progetto di amnistia e saranno proposte delle modifiche all'indultino per estendere ad altri detenuti il provvedimento di clemenza.