Scajola torna al governo a un anno dal «caso Biagi»
Considerato a lungo come uno degli uomini più vicini a Berlusconi, che aveva affidato alla sua esperienza la costruzione del partito, Claudio Scajola è nato a Imperia il 15 gennaio 1948 in una famiglia immersa nella storia della Dc locale e nazionale. È sposato e ha due figli, Piercarlo e Lucia. Il padre, Ferdinando, è stato il fondatore della Dc a Imperia, nel dopoguerra, e deputato. Anche il fratello maggiore, Alessandro, è stato parlamentare e sindaco. Il piccolo Claudio, nel giorno del battesimo, fu tenuto in braccio da Maria Romana De Gasperi, figlia dello statista trentino, e finisce naturalmente nella Dc. Parte dal movimento giovanile, nel 1980 entra in Consiglio comunale a Imperia e viene poi eletto sindaco della città nell'982, ma nel 1983 si dimette perchè coinvolto in un'inchiesta su un intreccio con la mafia nella gestione del casinò di Sanremo, dalla quale viene prosciolto in istruttoria. Nel 1990 viene rieletto sindaco. Nel '95 Scajola aderisce a Forza Italia. Gli viene affidado il compito di coordinatore provinciale. Nel 1996 è eletto deputato per il Polo nel collegio uninominale Liguria 2 e diventa responsabile nazionale dell'organizzazione di FI. Sotto la sua guida Forza Italia (che gli avversari criticavano come partito di «plastica») diventa un vero partito. A giugno del 2001, quando Berlusconi, vinte le elezioni, forma il suo secondo governo, Scajola è ministro dell'Interno. Non è un incarico facile. In un anno deve affrontare gli scontri al G8, il «dopo 11 settembre», gli arresti dei poliziotti di Napoli, le polemiche sulle scorte con i magistrati milanesi. Scajola riesce a superare indenne tutte queste prove, ma l'anno scorso è costretto alle dimissioni dopo le polemiche per una frase infelice su Marco Biagi, ucciso dalle Br, sfuggitagli a Cipro, in un colloquio con i giornalisti. Il 30 giugno 2002 Scajola si dimette, ma Berlusconi respinge le dimissioni. Le polemiche però non si placano e il 3 luglio Scajola si dimette definitivamente. Al suo posto va Giuseppe Pisanu, che lascia proprio la poltrona di ministro per l'attuazione del programma, ora di Scajola.