Lettera di Tremonti a Cattaneo, pressing dei Ds sul direttore generale Rai, dal Tesoro altri 23 milioni

La pensa così il parlamentare diessino Giuseppe Giulietti che si dice «curioso di leggere la circolare con la quale Flavio Cattaneo spiegherà ai dipendenti della Rai per quale ragione la cassa integrazione non sfiorerà mai il servizio pubblico». Fino ad oggi, sostiene Giulietti, «la voce di Mediaset si era sentita con grande forza e con eccessiva efficacia, quella della Rai (salvo la posizione espressa dal presidente Lucia Annunziata) era letteralmente sparita». Dal direttore generale Cattaneo, aggiunge quindi l'esponente diessino, «ci piacerebbe sapere cosa replicherà alle notizie circa la proposta dello stesso direttore generale di "abolire il marchio Rai", di ammazzare le farfalle e di lasciare come marchio solo i numeri 1, 2 e 3 magari in attesa di unificare, in un secondo momento, le due aziende sotto il controllo diretto del presidente del Consiglio». Nel futuro della Rai, conclude Giulietti, «forse, non ci sarà la cassa integrazione di tipo tradizionale, ma sicuramente è già iniziata la stagione della cassa integrazione morale». «Preoccupazione» invece viene espressa dall'Adrai, l'associazione dirigenti Rai, per lo «scenario al centro del quale l'Azienda è nuovamente venuta a trovarsi: conflitti, polemiche, trattative e accordi che coinvolgono le istituzioni, i partiti e l'opinione pubblica e che trascinano in una preoccupante crisi di valori il suo ruolo. L'ormai imminente approvazione della nuova legge di sistema - spiega l'Adrai - da un lato vede l'Azienda compressa da una serie di obblighi ed adempimenti che rischiano di comprometterne la competitività e dall'altro impone investimenti ingenti per la digitalizzazione delle infrastrutture terrestri». Per l'Adrai si tratta di investimenti «ingenti non finanziati da alcuna risorsa specifica, nonostante che il contratto di servizio 2003-2005 tra Rai e ministero delle Comunicazioni prevedesse di individuare modalità tecniche e finanziarie per realizzare tale progetto e che gli attuali vertici aziendali abbiano confermato la necessità di dotare l'Azienda di mezzi finanziari straordinari». Ma in Rai è giunta una lettera del Tesoro che eleva da 100 milioni a 123 milioni di euro i crediti che l'azienda avanza il canone e che saranno destinati alla sperimentazione del digitale terrestri. I fondi serviranno anche coprire abbondantemente i costi per l'acquisto delle frequenze.