La Cdl: nuovo patto sociale come nel '93
Quindi, nella risoluzione presentata e votata, colma il vuoto lasciato dal Governo sull'indicazione del fabbisogno su cui incardinare la prossima legge Finanziaria: operazione sollecitata anche dallo stesso presidente del Senato Marcello Pera che si è mantenuto in stretto contatto con il ministro Giulio Tremonti. E con questa «supplenza» parlamentare, ieri è arrivato il primo via libera al Dpef da parte del Senato. Il prossimo anno il fabbisogno non dovrà superare i 46.200 milioni di euro, per poi scendere a 38.900 nel 2005 a 34.800 nel 2006 e a 30.800 nel 2007. Tetti che il Governo dovrà impegnarsi a rispettare. Una indicazione accolta di buon grado dal Governo che per bocca del sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas da un lato si è scusato per la lacuna e dall'altro ha ringraziato la maggioranza per l'impegno profuso nella risoluzione. In più il sottosegretario ha precisato che la manovra da 16 miliardi di euro «è netta» anche se questo non esclude la possibilità «di stanziare ulteriori risorse per specifici programmi di spesa legati per esempio a scuola e fisco». La maggioranza ha anche invitato il Governo a «un'applicazione ragionevole» del patto di stabilità, ottenendo da Vegas rassicurazioni sul fatto che il Governo italiano si impegnerà affinché il patto non si trasformi «in un cappio senza elasticità interpretativa». Nella risoluzione c'è poi l'invito politico di fondo di ricercare la realizzazione delle riforme attraverso un «nuovo patto sociale sul modello di quello sottoscritto nel '93». E questo «per evitare effetti indesiderati anche alla luce delle attuali difficoltà economiche». La risoluzione, inoltre, impegna il Governo ad attuare le riforme strutturali di fisco, scuola e mercato del lavoro e a sostenere il programma di grandi opere allegato al Dpef. Infine il Governo dovrà «integrare il Dpef prima della presentazione della legge Finanziaria con una nota di aggiornamento che fornisca ulteriori elementi sulle politiche delle entrate e delle spese». Altro aspetto importante è che la prossima Finanziaria, dovrà attenersi «alle finalità proprie, senza alcuna concessione a interventi ordinamentali o di impatto limitato che non siano direttamente connessi e strumentali al perseguimento delle medesime finalità». La Camera sarà chiamata oggi ad approvare un documento sostanzialmente identico. P. T.