Rogatorie, confermata la fiducia a Castelli
Fini difende il Guardasigilli e denuncia gli attacchi gratuiti del centrosinistra
A nome del governo il vice presidente del Consiglio, Gianfranco Fini, ha difeso l'operato del Guardasigilli, denunciando la «strumentalizzazione» delle opposizioni. E il Senato ha confermato la fiducia al ministro contestato dall'opposizione. Ed anche dall'Udc, che dopo l'intervento del Guardasigilli si è detta soddisfatta. Al termine del suo intervento Castelli si è commosso e si è coperto il volto con le mani. «Mi attaccano perché voglio le riforme» ha sostenuto il ministro. «Per quanto mi riguarda - ha poi dichiarato mentre i senatori votavano la mozione di sfiducia - il caso è risolto». Il caso Castelli si è così concluso con un voto parlamentare che comportava dei rischi per il governo a causa del malumore dell'Udc nei confronti di Castelli. Ma il dissenso è rientrato e la mozione di sfiducia presentata dall'Ulivo e da Prc è stata bocciata a maggioranza. A quel punto il centrosinistra ha ritirato anche la mozione presentata alla Camera. La seduta al Senato ha registrato momenti di forte tensione. L'opposizione ha scatenato una bagarre in aula interrompendo più volte l'intervento di Castelli. Il presidente del Senato, Marcello Pera, è riuscito a stento a placare le proteste. Alcuni senatori dell'Ulivo hanno innalzato dei cartelli con la scritta «resistere, resistere, resistere» gridando all'indirizzo del Guardasigilli. Il ministro della Giustizia si è difeso dall'accusa dell'opposizione di aver commesso un «reato» ed un «arbitrio» bloccando le rogatorie per «favorire Berlusconi». Castelli ha innanzitutto negato di aver bloccato le rogatorie. «È una menzogna - ha affermato - altamente sollevata e applicata». Le ho «sospese», ha precisato, perché essendo sorto un «forte dubbio interpretativo» sulla legge («scritta in modo non del tutto chiaro»), ho deciso di chiedere «una valutazione» agli esperti del ministero, ai magistrati competenti e anche al Senato. Fini ha difeso Castelli dalle accuse delle opposizioni. Intervenendo dopo il ministro, il vice presidente del consiglio ha escluso che il Guardasigilli abbia violato la legge. È un'accusa «infondata», ha affermato, un «processo alle intenzioni» da parte dell'opposizione che ha accusato il ministro di essersi contrapposto alla volontà del Parlamento. «Ringrazio il ministro Castelli - ha detto ancora Fini - per la sua puntigliosità ed onestà intellettuale».