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Fini difende La Russa, guerra sul capogruppo

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Il leader stoppa i ministri: «Non si tocca il governo». Sale Landolfi, «sociali» pronti allo strappo

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Le tre correnti, infatti, appaiono ancora divise sulle due nomine da fare all'interno del partito. Stamattina Gianfranco Fini annuncerà che il capogruppo alla Camera Ignazio La Russa è il nuovo coordinatore. A questo punto il partito appare spaccato a metà. Da un lato Destra Protagonista, la corrente che ha la maggioranza relativa e di cui La Russa è leader assieme a Maurizio Gasparri. Dall'altra, insieme, Nuova Alleanza di Adolfo Urso e Altero Matteoli, e Destra Sociale di Gianni Alemanno e Francesco Storace. Questo «correntone» ha la maggioranza nella direzione nazionale che si deve esprimere oggi sulla nomina di La Russa, ma è in minoranza all'interno del gruppo alla Camera. E le due questioni s'intrecciano. Perché sociali e liberal hanno chiesto e ottenuto il principio dell'incompatibilità con altri incarichi, tanto che La Russa ha annunciato che si dimetterà dalla carica di capogruppo. Ma è intenzionato a farlo, d'intesa con Fini, solo a settembre. E qui si apre lo scontro. Alemanno e Storace chiedono la contestualità: subito un nuovo coordinatore e un nuovo capogruppo. Fini traccheggia. I sociali esigono almeno che vi siano delle esplicite garanzie, che sino a ieri sera non erano ancora arrivate. «Credo stia evaporando lo spirito unitario che portò alle conclusioni del Congresso di Bologna: mi aspetterei dal Presidente del partito segnali di cucitura e, invece, ne arrivano di rottura», avverte Storace. Che fare? Destra sociale potrebbe scegliere la linea della rottura e votare contro. Ma sarebbero in minoranza perché Nuova Alleanza non li seguirebbe. «Votiamo sempre con il presidente Fini» conferma Enzo Raisi. Alemanno-Storace potrebbero invece scegliere di astenersi o di uscire dall'aula al momento del voto su La Russa. «Sono tutte ipotesi» dice Alberto Arrighi (Destra Sociale). Il capogruppo alla Camera, ovviamente, cerca di mediare: «La discussione sul voto della direzione di An per eleggere il nuovo coordinatore è una questione di lana caprina. Ora il vero problema è superare queste componenti». La vera partita tuttavia è sul capogruppo. Alemanno-Storace puntano a coprire con un loro uomo il posto che lascerà libero La Russa. In pole position c'è sempre il vicecapogruppo Carmelo Briguglio. A sostenerlo anche Nuova Alleanza. E ieri era circolata anche una voce: Adolfo Urso si sarebbe dichiarato pronto a candidarsi lasciando la carica di viceministro al Commercio estero. Il diretto interessato smentisce: «È tutto falso», dice Urso. Fini avrebbe risposto di no (come ha fatto con altri): non si tocca la squadra di governo, avrebbe ripetuto il leader. Il match, dunque, non potrà che risolversi ai tempi supplementari. Il vicepremier, per evitare la spaccatura interna, con tutte le probabilità si presenterà alla direzione del suo partito con una mozione tutta politica, spiegando la necessità di nominare un coordinatore ma senza citare La Russa e chiederà il voto con la delega a fare la nomina. Difficilmente i sociali gli direbbero di no. Ma per capire se sarà così, bisognerà attendere stamattina.

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