DI STRADA da fare sul fronte economico e finanziario, ce n'è ancora, e il percorso l'ha indicato il servizio ...
Secondo i tecnici, per arrivare a una riduzione del debito pubblico pari a quella indicata nel Dpef, sono necessarie «ulteriori misure con impatto diretto sul debito o esclusivo sul fabbisogno». Il rapporto programmatico tra debito e Pil, fissato al 104,2% per il 2004, è inferiore di 1,4 punti rispetto alla stima per il 2003 e superiore di 4,4 punti rispetto alla stima programmatica del luglio 2002. L'entità delle ulteriori misure necessarie non può essere specificata, secondo il servizio bilancio, a causa dell'assenza «di indicazioni sull'andamento tendenziale del rapporto nel 2004 e negli anni successivi». È ben chiaro, invece, quali siano i temi sui quali un chiarimento aggiuntivo del governo sarebbe opportuno: tra le voci indicate dai tecnici troviamo la Sanità, le entrate, la spesa per interessi. Ma soprattutto ad apparire oscure sono alcune parti del Documento relative alle pensioni. Si invita a far luce sul perché «l'evoluzione riportata nel quadro tendenziale indichi una dinamica della spesa sensibilmente inferiore (3,7%) all'incremento medio annuo riscontrato negli anni dal 1998 e il 2002». I chiarimenti, si legge nel dossier, dovrebbero considerare anche «gli sfavorevoli andamenti demografici rilevati dallo stesso Dpef». E sulle pensioni il clima è ancora teso. Se i sindacati minacciano azioni di lotta, altre perplessità vengono da Banca d'Italia e Fmi, che chiedono all'unisono l'innalzamento dell'età pensionabile. Il leader della Cisl, Savino Pezzotta, si è detto «stufo di parlare di pensioni» poiché la riforma è già stata fatta nel 1995, mentre il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, lamenta di aver fatto delle proposte sulla legge delega e di essere ancora in attesa delle risposte dei ministri. La legge delega, attualmente al vaglio del Senato, prevede cinque punti fondamentali. Anzitutto gli incentivi contributivi e fiscali per favorire la permanenza in attività dei lavoratori con i requisiti di anzianità. Quindi la decontribuzione sui neoassunti, l'uso del Tfr per la previdenza integrativa, la liberalizzazione dell'età pensionabile e la certificazione dei diritti acquisiti. Tremonti suggerisce al suo collega Maroni il rafforzamento del «secondo pilastro», ovvero la previdenza complementare, su cui si discute se rendere l'adesione volontaria oppure obbligatoria. Su questo punto i sindacati rifiutano di trattare e minacciano lo sciopero generale. Tra le altre ipotesi di riforma allo studio ci sono l'introduzione del metodo contributivo per tutti i lavoratori, l'intervento sui trattamenti degli statali, un contributo di solidarietà sulle pensioni ricche e possibili ritocchi sulla previdenza dei lavoratori autonomi.