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Pensioni, la Cisl si ribella: «Pensino al sommerso»

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Così il segretario della Cisl Savino Pezzotta, ieri a margine di un incontro della Fim lombarda, ha risposto a chi gli chiedeva un commento sulle proposte di riforma del sistema previdenziale. «Dovrebbero dire - ha aggiunto Pezzotta - con molta chiarezza che la questione non è quella di fare la riforma delle pensioni, ma che vogliono fare cassa. Io - ha ammonito il segretario della Cisl - a fare cassa sulle spalle di chi rappresento, non ci sto». A chiarire come e perché la Cisl sembra essere ormai arrivata vicino a un punto di rottura sulla questione delle pensioni è il segretario confederale Raffaele Bonanni. Chiedere la quarta riforma previdenziale in dieci anni, dice, è da «irresponsabili», soprattutto quando «la vera riforma strutturale da fare riguarda la lotta al sommerso». Bonanni, risponde al richiamo fatto l'altro ieri dal Governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, sottolineando che «è stato proprio lo stesso Governatore a comunicare che in base ai dati della Banca d'Italia il 27 % del Pil in Italia viene dal sommerso». «Noi condividiamo gran parte delle critiche che il Governatore della Banca d'Italia ha rivolto nei confronti del Dpef sui problemi di competitività del paese, ma non esiste alcun legame economico tra la mancanza di competitività del sistema produttivo con la necessità di intervenire sulle pensioni di anzianità», osserva il sindacalista. Oggi, aggiunge Bonanni, «l'unica vera riforma strutturale che bisogna fare è al contrario la lotta al sommerso e al lavoro nero». Per questo, «chiedere la quarta riforma previdenziale in dieci anni è da irresponsabili: è una politica dello struzzo, di chi vuole nascondere la testa sotto la sabbia». Sia chiaro, conclude il sindacalista, che «se qualcuno ha intenzione di toccare le pensioni d'anzianità la Cisl scenderà in piazza e l'argomento sarà non solo la difesa del sistema previdenziale, ma questa vergognosa tolleranza nei confronti del lavoro sommerso». La posizione della Cgil, su questo argomento, come impostazione di politica economica coincide con quella della Cisl. Il segretario generale Epifani infatti, criticando la sollecitazione alle riforme fatta l'altro giorno dal leader della Confindustria Antonio D'Amato, ha definito «sbagliato e del tutto inopportuno» il modo «di uscire dalle difficoltà economiche del Paese, scaricando su una parte del mondo del lavoro i problemi del risanamento che invece riguardano la totalità dei cittadini e soprattutto politiche di sviluppo che finalmente bisognerebbe cominciare a fare». Il governatore di Bankitalia ha detto che una «revisione della riforma delle pensioni del 1995, può consentire una flessione della spesa in rapporto al prodotto», e, affermato che sulle pensioni, «c'è un'aspettativa anche da parte delle famiglie» e che «la riforma delle pensioni darà sicurezza anche a loro, non solo alle imprese», l'altro giorno ha indicato due vie da percorrere: «Il progressivo innalzamento dell'età media effettiva di pensionamento» facendo salvi i diritti acquisiti e «il decollo della previdenza complementare».

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