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Ulivo e Prc chiedono che venga garantita una discussione «equa» sul ddl che riordina il sistema radiotelevisivo. Il Cda spera che la Annunziata ci ripensi e non si dimetta una volta approvata la legge

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Le opposizioni non ci stanno e per protesta ieri hanno abbandonato i lavori delle commissioni riunite Cultura e Trasporti, che hanno avviato l'esame del provvedimento. L'Ulivo e Prc si sono rivolti al presidente Pier Ferdinando Casini. In Commissione, è la loro richiesta, deve essere garantita una discussione «equa» sul disegno di legge che riordina il sistema radiotelevisivo e fissa le nuove norme per la nomina del Cda della Rai. Il calendario dei lavori proposto dai presidenti Adornato (Cultura) e Romani (Trasporti) prevede che le due commissioni completino i lavori in tre giorni, in modo da arrivare mercoledì prossimo alla discussione in aula. In questo modo, secondo il regolamento, il disegno di legge sarebbe «incardinato» e l'8 settembre, alla ripresa dei lavori dopo la pausa di agosto, sarebbe uno dei primi provvedimenti ad essere discusso (con i tempi del dibattito contingentati) ed approvato in due giorni. Questo calendario è «improponibile», hanno sostenuto le opposizioni prima di abbandonare l'aula, perché occorre del tempo per esaminare i 18 articoli su 28 modificati dal Senato. Il capogruppo dei deputati Ds, Luciano Violante, è stato categorico: «Si tolgano dalla testa - ha detto - che il ddl Gasparri si esamini a luglio. Questa cosa non esiste perché entro la fine del mese devono essere esaminati il Dpef e quattro decreti legge». Violante ha però escluso che l'Ulivo intenda rivolgersi a Ciampi affinchè non firmi la legge Gasparri una volta approvata. «Il presidente della Repubblica - ha affermato - non deve mai essere tirato in ballo nella contesa politica». La maggioranza ritiene infondati i motivi della protesta delle opposizioni. Per il ministro della Comunicazione, Maurizio Gasparri, si tratta di semplice «ostruzionismo» da parte delle minoranze. Non vogliamo fare «nessun blitz», ha precisato il presidente della commissione Trasporti, Paolo Romani (FI), ricordando all'Ulivo che che nel decidere il calendario è stato applicato il regolamento proposto nella passata legislatura dall'allora presidente della Camera, Luciano Violante, ed approvato dalla maggioranza di centrosinistra. Il centrodestra continua intanto ad auspicare che il presidente della Rai, Lucia Annunziata, ci ripensi e non si dimetta a settembre, una volta approvata la legge sulle tv. Il ministro Gasparri si è augurato che questo Cda possa continuare a gestire la Rai anche dopo il varo della legge. Un altro membro del Cda, Giorgio Rumi, indicato dai centristi della maggioranza, ha confermato che sta «pensando alle dimissioni», come Lucia Annunziata. Varata la legge, ha spiegato, «è ovvio che un Cda indebolito non possa gestire quel che alla Rai la legge chiede». E. S.

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