«Boccassini e Colombo vanno sostituiti» Il premier e il deputato di FI chiedono che nell'inchiesta venga acquisito il fascicolo 9520
Lo chiedono i legali di Previti e Berlusconi, che ieri sono entrati nell'indagine aperta dalla Procura di Brescia depositando una memoria scritta e la propria nomina come parte offesa e preannunciando un'istanza di sostituzione che verrà presentata prima della riapertura del dibattimento. Nessuna sorpresa. La visita degli avvocati Niccolò Ghedini, Alessandro Sammarco e Giorgio Perroni era prevista. I tre si sono presentati in Tribunale accompagnati dal professor Giuseppe Frigo, già presidente dell'Unione delle Camere penali italiane. Si sono infilati nei corridoi della Procura per depositare la propria nomina a difensori di parte offesa, poi hanno atteso di vedere il procuratore capo Tarquini. L'incontro, però, è saltato per gli impegni del magistrato che proprio ieri ha dato il via all'inchiesta inviando un ufficiale di polizia giudiziaria presso la Procura di Milano per acquisire alcune informazioni sul fascicolo 9520. A cosa mirano le difese di Berlusconi e Previti presentandosi come parte offesa a Brescia? «Si tratta di un atto per poter partecipare attivamente al processo» ha spiegato l'avvocato Niccolò Ghedini. Il primo passo, compiuto ieri, è stato il deposito di una memoria scritta nella quale si ripercorrono le vicende dell'inchiesta Sme. Un elenco di documenti e di nomi di possibili testimoni che, secondo le difese, dovrebbero essere sentiti a Brescia dopo essere stati rifiutati dai vari collegi giudicanti di Milano. La speranza è che il procuratore Tarquini decida di acquisire il fascicolo 9520: «Speriamo che questo sia uno dei primi atti - ha confessato Ghedini -. Poi valuteranno loro cosa ci sia di rilevante o meno». A quanto si è appreso, sinora sono state richieste solo informazioni sulle fasi di apertura e proroga del fascicolo, senza entrare nel dettaglio dei singoli atti, sviluppo previsto dall'articolo 117 del codice di procedura penale. Per evitare uno slittamento del processo che porterebbe all'azzeramento il 9 gennaio del prossimo anno, data in cui il giudice a latere Guido Brambilla dovrà trasferirsi al Tribunale di Sorveglianza, tutto dovrà essere concluso entro il 3 ottobre, quando è in calendario la nuova udienza dopo la sospensione imposta dalla nuova legge sul patteggiamento allargato. Entro quel giorno, però, gli avvocati di Previti, Giorgio Perroni e Alessandro Sammarco, chiederanno con un'istanza che i due pubblici ministeri vengano sostituiti facendo riferimento anche all'inchiesta della Procura di Brescia che sembra avere tempi incerti: «Siamo a disposizione, ma la vicenda è molto complessa - ha puntualizzato ieri Ghedini -. Non credo che i tempi saranno così brevi perchè ci sono molti documenti da produrre». Intanto l'avvocato Giacomo Borrione, presidente del Comitato nazionale per la Giustizia e firmatario dell'esposto che ha preceduto l'apertura dell'indagine, ha smentito ogni contatto con Previti: «Non l'ho mai conosciuto» ha detto, definendo «falsità» le notizie di rapporti con i legali del parlamentare di Forza Italia. Continua intanto lo scontro tra Castelli e la Procura di Milano. Il ministro della Giustizia, avvalendosi della nuova legge sull'immunità, ha bloccato le richieste di rogatorie da effettuare negli Stati Uniti e in Svizzera. Nell'inchiesta su Mediaset è indagato Berlusconi. Di fatto l'iniziativa del Guardasigilli blocca le indagini. I pm milanesi replicano: «Violata la legge» perché il ministro ha chiesto i documenti già nelle mani dell'autorità statunitense.