Via libera al ddl Gasparri. Ora va alla Camera
Il ministro delle Comunicazioni: «Celebrato il messaggio di Ciampi». L'Ulivo torna in piazza
Le nuove norme fissano precise regole a difesa del pluralismo dell'informazione invocato dal Capo dello Stato esattamente un anno fa. Prevedono tra l'altro il divieto per le tv di entrare nelle proprietà dei quotidiani fino al 31 dicembre 2008, il rinnovo dei vertici Rai entro il 28 febbraio 2004 (proposto dall'Udc), la riforma della Rai con l'avvio della privatizzazione, una ridefinizione del paniere del Sic (sistema integrato delle comunicazioni), e l'avvio della tv digitale (fissata al 2006). Il Senato ha anche approvato un emendamento del relatore Luigi Grillo (Udc) (definito dall'opposizione «salva-Rete4) che consente di prolungare la validità delle concessioni e delle autorizzazioni per le trasmissioni in tecnica analogica fino al 2006, data prevista per la definitiva conversione della tecnologia digitale. Il disegno di legge è stato approvato con 160 sì, 122 no e 5 astenuti. L'opposizione ha subito contestato il sì del Senato definendo la legge «un regalo a Berlusconi» perché colpisce la Rai e favorisce le reti Mediaset. In serata a piazza Navona c'è stata una manifestazione di protesta organizzata dall'Ulivo, da Prc e dall'Italia dei Valori a cui hanno partecipato numerosi parlamentari dell'opposizione. Il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri (An), che ha dato il nome alla legge, ha espresso la sua piena soddisfazione per il sì del Senato. Questo provvedimento, ha affermato, rispetta il messaggio di Ciampi al Parlamento sul pluralismo dell'informazione ed anche la sentenza della Corte Costituzionale. Apre inoltre spazi di pluralismo, libertà ed imprenditorialità nel campo della televisione e permetterà alla Rai di vendere rami della sua azienda contribuendo a disegnare un diverso assetto del mercato per acquistare anche una maggiore libertà dai vincoli politici». In una frase, ha dichiarato Gasparri, si tratta di una «svolta epocale per il Paese nell'ottica di una competizione del sistema Italia». Il ministro ha respinto le critiche delle opposizioni negando di aver fatto da «ciambella di salvataggio» per Rete4. «Non sono un bagnino», ha concluso. Questa legge, hanno invece accusato il segretario dei Ds Piero Fassino e Francesco Rutelli della Margherita, è «assolutamente opposta e contraria al messaggio di Ciampi» e «concentra sempre più potere nelle mani di pochi, e in particolare di Mediaset». Per il capogruppo dei Ds Gavino Angius, inoltre, è «omicidio annunciato della Rai» e «sancisce la salvaguardia e la tutela di Mediaset che è del presidente del consiglio. È stato ignorato, ha incalzato il capogruppo della Margherita Willer Bordon, sia il messaggio di Ciampi sul rispetto del pluralismo che la sentenza della Corte Costituzionale. Una «buona legge», invece, per il capogruppo di Forza Italia Renato Schifani, che tutela la libertà e «per questo non piace alla sinistra» che ha fatto ricorso «ai soliti schiamazzi, alle solite manfrine dell'Ulivo controriformista». Francesco D'Onofrio dell'Udc ha espresso la sua soddisfazione per il varo degli emendamenti proposti dal suo partito sul divieto di incroci tv-carta stampata fino al 2008 e sulla scadenza al 28 febbraio 2004 dell'attuale Cda della Rai.