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LA «RICETTA»

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Fmi: tagliare le tasse mezzo punto all'anno favorirà la crescita

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Lo scrive il Fondo monetario internazionale nel documento di conclusione della missione nel nostro Paese. Per quest'anno il Fmi stima un deficit-pil al 2,75% e sottolinea che «resta consistente il ricorso a misure una tantum». Roma è quindi invitata a introdurre riforme per ridurre la spesa pensionistica e sanitaria nel lungo termine. Secondo gli esperti del Fondo, il pil italiano crescerà dello 0,6% nel 2003 e dell'1,8% nel 2004. L'inflazione è stimata in calo all'1,8% nel 2004, ma «si deve proseguire nella moderazione salariale, in particolare nei servizi - si legge nel documento - per tenere bassa l'inflazione e prevenire un'ulteriore erosione della competitività». Secondo le ultime stime del governo, contenute nel Dpef, il pil crescerà dello 0,8% nel 2003 e del 2% nel 2004, l'inflazione programmata è fissata all'1,7% nel 2004. Insufficienti, inoltre, sarebbero le misure contenute nell'attuale delega per la riforma pensionistica. Questa, valutano al Fmi, «mira a rafforzare il secondo pilastro, ma non sarà sufficiente a moderare in modo significativo il trend di spesa (tra l'altro, perché prevede una decontribuzione per i neo assunti non coperta)». Quindi, «servono ulteriori misure per alzare l'età effettiva di pensionamento e accelerare il passaggio al sistema contributivo». L'innalzamento del potenziale di crescita passa, pe r l'Italia, anche attraverso la riduzione del carico fiscale. «Prendiamo nota delle intenzioni del Dpef di fare passi avanti nella riforma fiscale, ma la tempistica resta aperta», sottolineano gli esperti del Fondo, e aggiungono: «Certamente questi tagli richiederanno una riduzione della spesa ancora maggiore di quella necessaria per completare il processo di consolidamento», che dovrebbe essere ottenuto nel 2004. Il percorso suggerito dal Fondo, è di tagliare il peso fiscale di mezzo punto percentuale all'anno nel corso della legislatura. Quanto alla moderazione salariale, con le riforme in corso la situazione occupazionale comincia a muoversi, ma «ulteriori passi dovrebbero mirare in particolare ad aumentare l'occupazione al Sud e tra le donne e i giovani». Il Fondo quindi «incoraggia le parti sociali - si legge nel testo - a far sì che i salari riflettano in modo più adeguato le differenze di produttività tra le varie regioni e i settori di lavoratori».

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