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Annunziata: «Mi dimetto quando sarà legge» La presidente: «Lascio dopo il varo del testo» ma forse resta. Cattaneo: «Recuperati 92 milioni»

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La Annunziata lo ha comunicato con una nota distribuita durante la riunione del Cda di ieri. Nota nella quale sottolinea: «L'unico modo per rispettare contemporaneamente la volontà del Parlamento e gli interessi della Rai, sia quello di anticipare la formazione di un nuovo Cda eletto con le regole stabilite dalla nuova legge». «Il ddl Gasparri prevede che questo Cda termini le sue funzioni il 28 febbraio 2004. La decisione non è sorprendente. Io stessa ho iniziato la mia relazione alla Commissione di Vigilanza, al momento della mia nomina, definendo questo Consiglio "di emergenza e di transizione", incaricato soprattutto di traghettare la Rai fino all'approvazione della legge. Il Parlamento è sovrano e come presidente non intendo interferire in alcun modo su questa decisione». «L'abbreviazione del mandato dell'attuale Consiglio - spiega Annunziata - crea comunque una nuova situazione che va valutata in tutte le sue implicazioni». Con l'ok del Parlamento, «la Rai si trova a "consumare" il secondo Consiglio di Amministrazione in meno di due anni. Viene a trovarsi dunque nelle condizioni esattamente opposte a quelle di stabilità e di forza di cui ha bisogno». Annunziata ricorda quindi «la precaria situazione in cui questa Azienda si trova, in un mercato distorto, di fatto, dal conflitto di interessi. La Rai ha ereditato una grave crisi di ascolti; una grave crisi di raccolta pubblicitaria; e, non ultimo, ha gravi contenziosi aperti con molti dei suoi dirigenti, fra cui Santoro. Nei prossimi mesi, inoltre, - sottolinea - questa stessa Rai dovrebbe gestire investimenti senza precedenti per garantire la digitalizzazione del Paese. Stando alle dichiarazioni più recenti dei nostri politici, dovrebbe anche trovare i fondi per questi investimenti nelle proprie svuotate tasche». Tutti impegni, sostiene la presidente della Rai, che «Non credo possano essere affrontati seriamente da un Cda che opererà nei prossimi mesi, per ragioni oggettive, in condizioni di precarietà. Penso dunque che l'unico modo per rispettare la volontà del Parlamento e fare contemporaneamente gli interessi della Rai sia quello di anticipare la formazione di un nuovo Cda eletto con le regole stabilite dalla nuova legge». Una posizione condivisa dal consigliere Giorgio Rumi: «La situazione è molto difficile perché oggettivamente con le dimissioni della Annunziata verrà meno la natura di garanzia che caratterizza questa presidenza e questo Cda. E allora io cosa sto lì a fare? Per questo voglio riflettere approfonditamente e non escludo nulla, neanche di seguire il presidente. Non perché decide lei ma perché decade la formula del "quattro più uno", si modifica la natura del consiglio», sottolinea. Ma la maggioranza sembra intenzionata a riconfermare tutto il Cda. Nel corso della riunione il direttore generale Flavio Cattaneo ha spiegato che durante la sua gestione sono stati recuparati 92 milioni sui costi indiretti e ottimizzazione delle risorse.

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