Tv, il Senato vota la riforma Gasparri
È previsto oggi il voto finale del Senato, in diretta tv, sul ddl Gasparri di riforma del sistema radiotelevisivo, che ieri ha incontrato difficoltà (più volte è mancato il numero legale). Il provvedimento poi dovrà tornare alla Camera per l'approvazione definitiva. Oggi in concomitanza con le votazioni a Palazzo Madama l'opposizione scende in piazza a Roma per protestare. Secondo Gavino Angius, capogruppo dei Ds a Palazzo Madama, il disegno di legge della maggioranza «è il cuore del conflitto di interessi» perché consente una maggiore concentrazione nelle mani del premier. Per Bertinotti, leader di Rifondazione Comunista siamo di fronte a «una battaglia di libertà» e si manifesta «dentro un clamoroso conflitto di interessi irrisolto che tuttavia, per quanto enorme, è solo la punta dell'iceberg». La maggioranza è di opposto avviso. Per la senatrice Elisabetta Alberti Casellati di Forza Italia la legge «assicura il vero pluralismo»; quanto all'Ulivo, «dice solo falsità». Secondo Bocchino di An la sinistra è invece «affetta da girotondismo». Intanto sul fronte della Rai sembra profilarsi una tregua. Le dimissioni dei consiglieri di amministrazione, minacciate dopo che con il varo dell'art. 20 del ddl è stata anticipata al 28 febbraio 2004 la scadenza del Cda, sembrano allontanarsi. A placare le fibrillazioni interviene Giorgio Rumi, che aveva la posizione più intransigente. Sarebbero state le assicurazioni «scritte» dei presidenti del Senato e della Camera Pera e Casini e la fiducia rinnovata dal ministro delle Comunicazioni a produrre l'effetto. Gasparri ha detto che bisogna «premiare la continuità di lavoro» degli attuali «ottimi vertici Rai»; devono essere loro a «governare il passaggio al digitale terrestre». Ma ora, mentre il direttore generale Flavio Cattaneo lavora tranquillo perché per il centrodestra non si tocca (potrebbe succedere a se stesso) e Marcello Veneziani chiede «garanzie di continuità», l'incognita è rappresentata dalla presidente Lucia Annunziata, rientrata ieri dagli Stati Uniti: c'è perciò grande attesa per quello che dirà oggi alla riunione del Consiglio di amministrazione. La Annunziata è molto amareggiata, ma da Ds e dalla Margherita le sono arrivati inviti alla prudenza: questo è il momento meno adatto per una crisi al buio.