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dall'inviato PAOLO ZAPPITELLI SUBIACO — Un Berlusconi bis a gennaio, appena ...

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Mario Baccini (nella foto), sottosegretario agli esteri, approfitta del convegno dell'Udc al monastero di Santa Scolastica a Subiaco, in provincia di Roma, per riaffermare che questa maggioranza deve continuare a governare l'Italia. Magari con qualche aggiustamento. «A gennaio dobbiamo rinegoziare con tutti i partiti della coalizione un nuovo patto programmatico per il Paese. Ma dobbiamo anche arrivare a un nuovo rimpasto. Tutto possiamo accettare meno che l'Udc non diventi strategicamente più forte in questo governo». Sui rapporti con la Lega il sottosegretario è chiaro: il partito di Bossi non deve uscire dalla maggioranza «perché gli riconosciamo un'appartenenza alla coalizione». Però bisogna prendere atto «che si tratta di un partito che ha scarsa vocazione di Governo, perché antepone la necessità di non scomparire alle esigenze della coalizione». La sua presenza comunque resta indispensabile, «perché non possiamo continuare a seguire le scorciatoie che ci propongono Mastella sì, Mastella no». Ma non ci sono solo i rapporti con la Lega nei pensieri dell'Udc. Bisogna anche ridefinire i rapporti con Alleanza nazionale, alla luce di quello che è successo alle ultime elezioni di primavera. «An - spiega ancora Baccini - deve recuperare la sua vocazione di essere una destra democratica e di governo e deve lasciar svolgere ai partiti di centro il ruolo che compete loro. Questa è una coalizione che funziona se ognuno copre i propri spazi. Io sono contentissimo se An porta avanti le nostre proposte ma gradirei che si preoccupasse anche di recuperare i propri elettori. Se a Roma, alle elezioni provinciali, abbiamo perso in quartieri come i Parioli o la Balduina, vuol dire che esiste un problema all'interno della destra. Che solo An può risolvere». Infine sulla grazia a Sofri Baccini si schiera apertamente con Castelli. «Sono d'accordo con lui, quel provvedimento deve passare attraverso una riappacificazione sociale. Se la grazia gli viene concessa allora bisogna rivedere anche altre parti della storia italiana». Che la prospettiva secondo l'Udc rimanga saldamente quella della logica della Cdl lo spiega, parlando ieri a Radio radicale, anche il ministro per le Politiche europee Rocco Buttiglione. «Dobbiamo governare insieme: nessuno di noi - dichiara - vuole cacciare la Lega, ma la Lega non si isoli, non consideri reietti e rifiuti umani alcuni degli alleati con cui governa, non spari continuamente contro il governo e qualche volta sorrida». Buttiglione ribadisce anche la necessità di un vertice pre-estivo: «Non si tratta di una verifica, anche perché questo termine è divenuto così vago che non si sa più cosa realmente sia. Si tratta, piuttosto, di capire su quali contenuti occorra avviare il confronto con le parti sociali e quale sia la questione prioritaria da porre al centro di tale confronto. Per noi il punto centrale resta quello della competitività, una questione che è assolutamente prioritaria per gli altri paesi europei, come del resto dimostrano le iniziative che sta adottando il governo tedesco». Buttiglione invece non trova del tutto convincente l'idea di una lista unica del Ppe alle prossime elezioni europee, come proposto dal segretario della stessa Udc, Marco Follini: ci sono «delle questioni da chiarire», dichiara il ministro.

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