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Pezzotta: «No alla riforma previdenziale»

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Angeletti (Uil): ormai è solo un alibi politico, ma i sindacati non abboccheranno

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18,creando i presupposti di un pericoloso conflitto sociale. «Non c'è nessuna ragione e nessun motivo di fare la riforma - insiste il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta -. L'abbiamo detto e ripetuto in tutti i modi. Non capisco proprio questo accanimento a voler continuare a parlare di riforma che sortisce l'unico effetto di incentivare le persone a lasciare il lavoro». Su spazientisce Savino Pezzotta nel sentir parlare ancora di riforma delle pensioni, come è tornato a fare ieri il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti («la delega Maroni è necessaria, ma non del tutto sufficiente a garantire gli effetti strutturali necessari»). «Su questo argomento - scandisce Pezzotta - il mio parere resta sempre lo stesso. Già sulla delega Maroni abbiamo sollevato dei problemi che riguardano la decontribuzione e il trasferimento del trasferimento del Trf che vanno corretti. Se poi qualcuno vuole fare qualcosa in più è bene che si mettano d'accordo tra ministri, sapendo che la nostra contrarietà sugli interventi strutturali sul sistema pensionistico è ben determinata». D'altronde, insiste il segretario della Cisl, mancano i presupposti numerici per chiedere una riforma delle pensioni: «Brambilla due mesi fa aveva detto che conti Inps reggono, oggi centri di ricerca non certamente sindacali dicono esattamente la stessa cosa. Quindi, non capisco da dove nasca questo accanimento nei confronti delle pensioni che sta procurando solo un mare di guai». Riferendosi all'intervento di Tremonti, il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, sostiene che continuare a parlare di riforma delle pensioni «è diventato ormai solo un alibi politico» a cui i sindacati non abboccheranno anche perché «i conti sono a posto». Angeletti afferma di non temere il pressing sulle pensioni in chiave riforma: su questo fronte, dice, «l'autunno non sarà caldo. Non credo. Per un motivo semplice: manca l'oggetto del contendere, nel senso che non c'è obiettivamente la necessità della riforma delle pensioni». «Il nostro sistema non costa - puntualizza il segretario della Uil - e quindi non ci si arriverà, non ne esiste il motivo. Se effettivamente i nostri conti non fossero in ordine lo capirei, ma così non è».

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