«Affonderete tutti, ma io me ne vado prima» Nuovo scontro in Consiglio dei ministri, Tremonti litiga con Tremaglia e annuncia la riforma delle pensioni
E se lo scontro con Fini sbloccò gli aumenti del pubblico impiego, stavolta è servito per apprendere che il titolare del dicastero dell'Economia spingerà per la riforma delle pensioni. Il tutto è successo per colpa di (o grazie a) uno scatto d'ira e probabilmente in un momento in cui il buon Giulietto aveva perso le staffe, ma certamente sarà utile per conoscere la linea dell'esecutivo nei prossimi mesi. «Affonderete tutti, ma io me ne andrò via prima», ha urlato Tremonti. Ma cosa è accaduto di preciso? Il Consiglio dei Ministri sta per cominciare quando Tremaglia si apparta in una stanza con Tremonti e chiede lumi sui finanziamenti per gli italiani all'estero. In particolare insiste perché il titolare del dicastero di via XX Settembre s'impegni per trovare le risorse. «Ridicolo, ridicolo», replica indispettito Tremonti. Il ministro anziano (76 anni) del governo Berlusconi non ci sta e alza la voce, gli arriva in soccorso Fini e il responsabile dell'Economia perde le staffe. E annuncia: «Voi affonderete tutti. Ma io no, me ne andrò prima. Presenterò una proposta sulle pensioni e voi la boccerete, così me ne andrò prima che affondiate». Tremaglia non ne vuole sapere più. Sbatte la porta e lascia Palazzo Chigi senza partecipare alla riunione. Restano sul tappeto quelle parole: tra una minaccia di abbandonare il governo e la previsione sulla caduta della compagine guidata dal Cavaliere, pesa l'annuncio di una proposta delle riforme che sta per arrivare. Si diffondono le voci e il dibattito si rianima proprio nel giorno in cui sembrava spegnersi, visto che nel Dpef approvato appena mercoledì non si fa cenno alla previdenza, come chiedeva la Lega. Ma il fatto che di pensioni adesso torna a parlare l'esponente di Forza Italia più vicino a Bossi moltiplica gli attriti e anche i tentativi di contenerli. Tanto che il diretto interessato, il ministro del Welfare, il leghista Roberto Maroni, si affretta a gettare acqua sul fuoco proprio al primo dilagare delle indiscrezioni: «Il Dpef è stato modificato. Nella penultima versione infatti si parlava di tagli alle anzianità. Ora no. La Lega ha garantito che le pensioni non saranno inserite nella Finanziaria. E questa non è solo la promessa del ministro del Welfare, ma un impegno politico sancito dal governo Berlusconi». Ma la frittata oramai è fatta. Anche Gianni Alemanno, ministro delle Politiche Agricole, trait d'union in questi giorni tra An e Tremonti, parla addirittura di «presunto scontro Tremaglia-Tremonti» e di un «caso che non esiste». E aggiunge: «Il Dpef presentato solo da Tremonti è frutto di un lavoro collegiale ed è stato approvato all'unanimità dal Consiglio dei Ministri. In questi ultimi giorni, il ministro dell'Economia ha offerto piena collaborazione alle delegazioni di An e dell'Udc che hanno lavorato con lui per l'ultima stesura del documento. Ed è chiaro il metodo collaborativo con cui procederemo per la Finanziaria». «In questo contesto - conclude Alemanno, che oggi vedrà Cisl e Uil - sono sicuro che le giuste richieste del ministro Tremaglia troveranno piena soddisfazione. Sul versante economico e sociale, la verifica si è chiusa all'atto della presentazione del Dpef. E si è chiusa positivamente». Infine Alemanno chiede un incontro dei leader della maggioranza.