Fascicolo negato, Csm difende Boccassini e Colombo Castelli da Ciampi: presa di posizione prematura
«Hanno rispettato l'obbligo di leale collaborazione con gli organi istituzionali». In più: l'opposizione del segreto investigativo «è stata giustificata con la pendenza di un procedimento a carico di ignoti». Il Csm difende i magistrati Ilda Boccassini e Gherardo Colombo accusati di avere violato i loro doveri dagli ispettori inviati in procura dal ministro Castelli per verificare la fondatezza degli esposti di Previti. E mentre il Parlamento chiede di ascoltare il ministro e gli ispettori e si riaccende lo scontro tra maggioranza e opposizione sulla giustizia il Guardasigilli annuncia che oggi andrà da Ciampi «per parlare di queste cose». Perchè, ha spiegato, «ritengo istituzionalmente corretto riferire al presidente del Csm, anche perché ritengo quella del Csm una presa di posizione quantomeno prematura». Secondo gli 007 di Via Arenula Miller e Monsurrò i due magistrati milanesi avrebbero anche «compromesso il prestigio dell'Ordine giudiziario» quando si rifiutarono di mostrare il famoso fascicolo 9520, la «madre» dei processi Imi-Sir, Lodo Mondadori e Sme nei quali era imputato tra gli altri l'ex ministro della Difesa. La Sesta Commissione Referente di Palazzo dei Marescialli, su richiesta del procuratore reggente di Milano Vitiello e dei suoi sette sostituti, ha espresso un primo parere sulla legittimità per i magistrati di opporre il segreto istruttorio e ha varato - con 4 voti favorevoli, contrario il laico del Polo Giorgio Spangher - un documento di 10 pagine sul rapporto tra attività ispettiva e d'indagine, in cui ha detto appunto che la seconda gode della totale riservatezza. E quindi il comportamento dei pm fu leale. Il documento finirà mercoledì prossimo sul tavolo del plenum del Consiglio che si dovrà pronunciare. Anche l'Associazione magistrati scende in campo per difendere l'operato dei pm milanesi e definisce «gravissimo» l'attacco contro Boccassini e Colombo, mentre è pendente il dibattimento in uno dei due processi milanesi per corruzione e si attende il deposito delle motivazioni dell'altro già definito dal Tribunale». Sul fronte politico il dossier degli ispettori di Castelli rinfocola dunque le polemiche sulla giustizia tra maggioranza e opposizione.