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Telekom Serbia, nuovo giallo su un atto notarile in Olanda

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Il mistero è nato con la contestazione di un atto notarile di Rotterdam, in cui un notaio adibito da Telecom all'autenticazione delle firme di Stet International Netherland (che aveva sede in Olanda), ha accertato che varie firme, fra cui quella di De Sario, in calce al verbale del consiglio di amministrazione relativo all'operazione in Serbia, venne sottoscritto in sua presenza. Il verbale che recava la firma di De Sario venne firmato il 5 giugno 1997 a Roma, mentre il notaio attesta che le firme sono state apposte in sua presenza il 9 giugno 1997, con atto rilasciato a Rotterdam, dove De sario e gli altri non si erano mai recati. Da qui la richiesta di trasmissione all'Autorità giudiziaria degli atti relativi per falso ideologico del notaio olandese. Agliata è tornato a criticare l'operazione per cui è in corso l'inchiesta, che già in origine era «allibrata a 750 miliardi», quando ne vennero pagati in effetti 900. Tutto ciò mentre il dinaro perdeva quota giorno dopo giorno, per arrivare a un risultato di verifica dopo due anni e mezzo che attestava il valore dell'affare in 400 miliardi, cioè meno della metà. Agliata ha spiegato che «non ragiona col senno di poi, ma che vi era una svalutazione preventiva di cui tenere conto in un contesto ampiamente negativo». L'interrogatorio-fiume di Agliata continuerà il 23 luglio, seduta che era riservata a Tommaso Tommasi di Vignano, il quale ha chiesto un rinvio in attesa di sapere l'esito della sua vicenda giudiziaria a Torino. De Sario, riferendosi all'operazione di acquisizione delle azioni di Telekom Serbia da parte di Telecom Italia, ha spiegato che si trattò di «procedura anomala» e che «le competenze statutarie furono sostituite da interventi di fatto del dottor Tommasi». Intanto, l'avvocato Luciano Randazzo, difensore di Igor Marini, ha annunciato che chiederà formalmente l'audizione di Romano Prodi, Piero Fassino e Lamberto Dini «ai gip di Torino e Roma» nell'ambito dell'inchiesta su Telekom Serbia. L'avvocato afferma che proporrà l'audizione nella forma dell'«incidente probatorio» perché venga valutata la credibilità del suo assistito. A Torino Marini non è indagato nel fascicolo su Telekom Serbia, ma in una complessa vicenda legata a falsi titoli stranieri e a movimentazioni di denaro all'estero. Lui stesso aveva detto - prima alla commissione parlamentare di inchiesta, poi ai pm di Torino - di essere a conoscenza di tangenti versate ai tre importanti personaggi politici. Ma non è tutto. Il deputato di Forza Italia, Carlo Taormina, minaccia di dimettersi dalla commissione Telekom-Serbia perché «lì dentro si fa di tutto pur di non accertare la verità dei fatti». «L'ostruzionismo della sinistra - spiega Taormina - affinchè si disponga di tutti gli atti depositati presso il Sismi denuncia la preoccupazione e la volontà di non accertare la verità». «A completare il quadro già inquietante dei risultati acquisiti dalla Commissione Telekom Serbia spuntano ora false autentiche di firme», afferma invece Giuseppe Consolo, membro della Direzione nazionale di Alleanza nazionale e capogruppo nella Commissione di inchiesta che indaga sull'affaire Telekom-Serbia. Consolo si riferisce a «un notaio di Rotterdam il quale ha certificato la autenticità della firma del dott. Aldo De Sario su un verbale del consiglio di Stet International tenutosi per di più in data diversa da quella dell'autentica a Roma e non a Rotterdam, dove De Sario ha affermato di non essersi mai recato». Tra una settimana in ogni caso Igor Marini potrebbe venir estradato in Italia.

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