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D'AMATO

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«Bisogna partire con le riforme»

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Per il presidente di Confindutria, Antonio D'Amato, «non c'è più un minuto da perdere. È venuto il momento di toglierci la giacca, rimboccarci le maniche per far ripartire il Paese». «Alcune riforme - ha detto D'Amato - sono state già fatte, ma senza interventi seri nelle infrastrutture materiali e immateriali, senza il rilancio del Sud e senza competitività fiscale». La via delle riforme, per il presidente di Confindustria, è obbligata: «A meno che non vogliamo mettere delle barriere protettive alle porte dell'Europa, cosa ovviamente inaccettabile». Nell'incontro di ieri tra governo e parti sociali, ha sottolineato D'Amato, «si è parlato di macroeconomia e di scenari internazionali. È stata una cosa globale. Sono state presentate solo alcune linee generali. Il governo ha detto che si faranno delle sessioni di approfondimento» e allora ci sarà un giudizio di Confindustria sul documento. Confindustria si augura inoltre che il governo non compia sul Sud lo stesso «scivolone» dello scorso anno sui prestiti a fondo perduto che «il Mezzogiorno paga ancora in termini di flessione della crescita». Un ottimismo che le deriva dal fatto che il governo, nella riunione di ieri, non ha fatto alcun cenno alla possibile riedizione della trasformazione dei prestiti a fondo perduto in mutui. «E meno male», ribatte ironicamente il leader di Viale dell'Astronomia, Antonio D'Amato, al termine dell'incontro con il governo sul Dpef. «Dopo lo scivolone dello scorso anno - prosegue - non è stato detto nulla sul Mezzogiorno. E dò per scontato che il Sud esca, su questo, definitivamente dalla finanziaria perché altrimenti si tratterebbe di una gravissima violazione degli accordi oltre a pregiudicare anche lo sviluppo del Mezzogiorno». D'Amato ha quindi sottolineato che il governo «non ha parlato di pensioni» nel corso dell'incontro con le parti sociali, «ma noi l'abbiamo sollecitato perché è una riforma molto importate e ci aspettiamo di leggere indicazioni più precise nel Dpef». A suo giudizio, la riforma «aleggia» nell'aria, ma va fatta con rigore nell'obiettivo di pagare le pensioni alle generazioni future e recuperare gli sprechi».

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