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Berlusconi: cooperiamo per la Finanziaria. Si riscopre il sistema del dialogo con le parti sociali

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Il Documento di programmazione economica e finanziaria che è stato approvato ieri sera in Consiglio dei ministri contiene alcune novità sostanziali. È sparito ogni riferimento alla previdenza, come ha annunciato il ministro del Welfare, Roberto Maroni al termine del Consiglio dei ministri, confermando che la manovra è da 16 miliardi di euro. Molte le previsioni: il Pil reale nel 2004 si attesterà al 2% per poi salire al 2,3% l'anno successivo e passare rispettivamente al 2,5 e 2,6% nel 2006 e 2007. L'inflazione programmata si attesterà all'1,7% nel 2004 per poi scendere all'1,5% nel 2005 e rimanere ferma all'1,4% nei due anni successivi. È inoltre previsto un calo progressivo del debito sul Pil, il cui rapporto programmato dal governo scenderà sotto il 100% nel 2006, quando è atteso attestarsi al 99,4%. Buone notizie anche per il tasso di disoccupazione, che scenderà sotto l'8% nel 2006. Inoltre l'indebitamento netto della Pubblica amministrazione scende nel 2004 all'1,8%, dal 2,3% di quest'anno per poi passare all'1,2% nel 2005, allo 0,5% l'anno successivo e quindi raggiungere il pareggio di bilancio nel 2007, segnando un leggero surplus dello 0,1%. Per tutto il pubblico impiego l'incremento retributivo legato alla produttività è di 0,99%. Ma una delle novità più significative è l'apertura ai sindacati. La svolta è scaturita dall'accordo tra i tre ministri Tremonti, Alemanno e Buttiglione, cui si è aggiunto anche il viceministro Baldassari. Tanto che il presidente del Consiglio fa un invito esplicito ai sindacati a «scrivere insieme» la legge Finanziaria: «prepariamola assieme» dice il premier. E anche Giulio Tremonti, illustrando le linee guida del documento alle parti sociali avverte: «Il Dpef non è la Finanziaria. La Finanziaria la facciamo assieme a voi nella coesione sociale». Insomma, tranquilli e aspettate a bocciare il documento. La novità non sarà solo formale ma anche sostanziale. Cambierà radicalmente il metodo nei rapporti con sindacati e Confindustria. Il governo pensa ad aprire una serie di tavoli negoziali con le parti sociali. Si tratterà di tavoli tecnici e tematici nei quali verranno affrontate tutte le maggiori questioni sul tappeto. Nel tavolo Welfare, per esempio, verrà affrontata la patata bollente per eccellenza, le pensioni. Ma sono pronti anche i tavoli Mezzogiorno e sviluppo, nei quali verranno affrontati i temi legati alle politiche industriali, compresi incentivi e agevolazioni alle imprese. Infine, un altro gruppo di lavoro discuterà di Riforme. I sindacati appaiono spiazzati. Mentre in mattinata, quando ancora non era nota la svolta sociale del governo, nel pomeriggio restano fermi ad un commento interlocutorio. L'invito di Berlusconi spiazza perfino Epifani, il quale avverte: «Può essere un trucco per scaricare sul sindacato responsabilità che sono solo del governo». Ma Alemanno rilancia l'invito ai sindacati. Il Dpef «apre un metodo di concertazione che è quello corretto» spiega. E, esprimendo soddisfazione, aggiunge: si tratta di «un documento che inaugura un metodo che potrà portare a un grande accordo con le parti sociali».

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