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Sale la tensione di An e Udc: «Presi in giro»

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Troppa vaghezza, troppe indicazioni generiche e troppe poche cifre, sono le critiche che arrivano da An e Udc. Ma soprattutto Alemanno e Buttiglione sono stati costretti a recarsdi fisicamente al Tesoro per avere il testo, nella serata di lunedì, e per giunta incompleto. Mancavano molte tabelle e le cifre erano addirittura in bianco. I numeri, come quelli sulla pressione fiscale, sono stati aggiunti soltanto a penna nella giornata di ieri, quando sono arrivate via via, a tappe, anche le tabelle. Le stesse critiche che, esplicitamente e senza mezzi termini, esprime il vice presidente dell'Anci, Osvaldo Napoli (Fi). «Abbiamo parlato del sesso degli angeli - dice uscendo da Palazzo Chigi dove ai rappresentanti degli enti locali sono state presentate le linee del documento - è inutile parlare senza soldi e senza documento in mano». In serata vertice al Tesoro con Tremonti e il suo vice Mario Baldassarri, voluto da Alemanno e Buttiglione. Ma su questo appuntamento, annunciato in mattinata da Alemanno, si è aperto un piccolo giallo. Quella che era stata annunciata come una verifica fra ministri di tutti i partiti della maggioranza e il Tesoro sulle linee portanti del Dpef, si è andato ridefinendo come confronto fra An, Udc e Tremonti. La Lega Nord, infatti, non ci sarà. «Cado dalle nuvole - ha risposto Alessandro Cè ai giornalisti che gli chiedevano chi avrebbe partecipato per la Lega alla riunione - non ne so niente, ma chi l'ha convocata questa riunione al ministero del Tesoro, Alemanno? Dovrebbero essere Tremonti o Berlusconi a convocarla, quindi non credo che la Lega parteciperà». Qualcuno legge questo appuntamento, annunciato da Alemanno e non dal Tesoro, come una nuova puntata nella tensione crescente fra il ministro dell'Economia e i due alleati di governo più critici. Soddisfatto è il commento del capogruppo di An alla Camera Ignazio La Russa al vertice con Tremonti. «È una buona partenza. È positivo che il ministro Tremonti senta anche altri ministri». Del resto, aggiunge quasi a rimarcare lo scarso peso di questo documento programmatico, sarà «determinante» la legge finanziaria più che il Dpef, che è «una buona partenza, ma la finanziaria è più importante». Le perplessità di An trapelano fra i corridoi di Montecitorio, anche se il ministro Alemanno, entrato in serata in commissione Agricoltura, risponde con un secco «no» a chi gli chiede se ci siano malumori nel partito a proposito del Dpef. Ma un altro autorevole esponente del partito definisce il Dpef senza mezzi termini «una presa in giro».

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