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Ecco le privatizzazioni, ma con l'occhio alla Borsa

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Restando alla finestra in attesa di un miglioramento delle condizioni dei mercati finanziari il Dpef si concentra così, a stretto giro, su quelle operazioni che «si prestano ad essere realizzate con trattative dirette». Sulle cessioni di società, cioè che non necessitano di preventiva valorizzazione o riorganizzazione. Entro l'anno si conta così di chiudere con l'Eti e la dismissione di altre quote (Seat, Fime, Coopercredito, Mediocredito Friuli) nonchè di procedere - appena arrivati gli ok di Bruxelles - anche con l'operazione Tirrenia. Tutte cessioni da cui ci si attende due miliardi di euro. Il nuovo piano di dismissioni, nel quale non compare la possibilità di un ulteriore discesa della mano pubblica dal capitale Eni (oggi a poco più del 30%), si muove infatti - si legge nella bozza del Dpef - su tre direttrici articolate, «tre obiettivi»: «la dismissione di tutte le residue partecipazione non strategiche; la valorizzazione ed il riassetto delle restanti partecipazioni anche attraverso operazioni di ristrutturazione e di aggregazione industriali volte alla creazione di valore ed ad una razionale riorganizzazione del portafoglio del Tesoro; la successiva riduzione della presenza pubblica nelle imprese in questione. Enel. La seconda tranche è legata alla «stabilizzazione dei mercati azionari e la definizione del nuovo quadro regolamentare». Resta poi da completare il piano di riassetto soprattutto per quanto riguarda il futuro delle controllate, Terna e Wind. Terna-grtn. Confermata la riunificazione della proprietà in capo a Terna (100% Enel) con la gestione in mano al Grtn (100% Tesoro) e la successiva quotazione del soggetto che ne deriverà. Alitalia. «Ogni operazione di privatizzazione sarà coordinata con la necessità di massimizzazione dell'efficienza gestionale dell'operatore e con l'individuazione di una strategia che - in un settore che tende ad un rapido consolidamento - assicuri prospettive di sviluppo all'impresa». Ferrovie. «Deve essere consolidato il processo di risanamento e di efficientamento, presupposto essenziale per presentare al mercato rami aziendali in grado di essere anche parzialmente ceduti sul mercato stesso». Poste. Sono allo studio assetti organizzativi che permettano la valorizzazione delle aree di eccellenza e di maggiore crescita, attraverso le sinergie industriali» realizzabili con partner in grado di raffozzarne il posizionamento competitivo. Fincantieri. «Si verificherà la possibilità di fare leva sulla sua esperienza nella gestione di commesse complesse per valutare la realizzabilità di operazioni di aggregazione industriale che coinvolgano altre società controllate dallo Stato, realizzando contestualmente una maggiore focalizzazione sul core business da parte di queste ultime». Rai. Il ddl di riassetto televisivo e della Rai, nonchè «delega al Governo» per l'emanazione del codice radio-tv all'esame del Parlamento prevede il riassetto e la «successiva privatizzazione dell'azienda».

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