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Ddl Gasparri, il CdA Rai minaccia di andarsene subito Attacco «padano» a An perché ha affidato ai due «romani» Galeazzi e Varriale la Domenica Sportiva

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Il consigliere centrista Giorgio Rumi, dice subito quello che i suoi colleghi Veneziani e Petroni (Alberoni è assente ma fa sapere di essere d'accordo) vorrebbero non dover né pensare né dire, ma sono costretti. Volti scuri alla fine della breve riunione del CdA di viale Mazzini in teleconferenza con Lucia Annunziata. La firma del pur importantissimo accordo con Sky Italia (con l'astensione di Veneziani) viene subito messo in secondo piano rispetto alla prospettiva ventilata di dover fare le valige a febbraio come vuole l'Udc nonostante il parere contrario anche dell'Osservatore Romano che loda il lavoro e le personalità dell'attuale CdA. Quell'emendamento voluto da Marco Follini fa tremare i polsi anche al direttore generale Cattaneo, che vedrebbe sfumare il suo rilancio della Rai e anche una sua forte affermazione professionale. Il CdA e Cattaneo parlano a lungo. Fibrilla e parla di dimissioni anticipate, insomma, il CdA della Rai, a soli quattro mesi dalla nomina e proprio per colpa del partito di chi li ha nominati, l'Udc di Pier Ferdinando Casini. In Senato, infatti, l'Udc sta trattando duramente per introdurre nel ddl Gasparri una norma che imponga le dimissioni dell'attuale consiglio il 28 febbraio 2004, 10 mesi prima di quanto previsto. Insomma, come dice Giorgio Rumi, che così sottolinea il suo «divorzio» dal presidente della Camera Casini, «senza garanzia di continuità non veniamo presi in considerazione nemmeno dall'autista». Proprio qualche giorno fa, Lucia Annunziata aveva invece esposto la sua posizione sulla questione sostenendo: «Rimarrò presidente di garanzia fino a quando il Consiglio dimostrerà di poter espletare questo compito. E non un minuto di più». A quanto si apprende, la posizione del presidente non è cambiata, anzi pare che Lucia sia decisa a lasciare la Rai all'indomani dell'approvazione della legge Gasparri. Timori reali quelli dei vertici della Tv pubblica visto che è proprio sulla decadenza anticipata dell'attuale CdA il punto su cui la Cdl punta a ricompattarsi al Senato, in linea con gli emendamenti proposti dall'Udc. Non è ancora chiaro se passerà la proposta dei centristi, che individua come data il 28 febbraio 2004, ma è certo che la maggioranza - come conferma lo stesso relatore del provvedimento, Grillo - non può permettersi di spaccarsi su una legge delicata come quella che ridisegna il sistema radio-tv. Insomma, i vertici Rai potrebbero venir sacrificati sull'altare dell'approvazione della legge. Nella tarda serata di ieri quindi, si è lavorato per individuare una data che si collochi tra la fine di febbraio e la scadenza del CdA legata all'avvio della privatizzazione. Restano in piedi, intanto, le altre questioni poste dall'Udc che in caso di accordo soddisfacente sul CdA, potrebbero venir ritirate. Passando alla diatriba fra la Lega e An, ieri la polemica si è allargata fino a coinvolgere anche lalla Domenica Sportiva. Per la Padania infatti «An vara la Domenica Sportiva all'Amatriciana», alludendo alla conduzione dei romani Giampiero Galeazzi ed Enrico Varriale. Una decisione che avrebbe mandato su tutte le furie la showgirl bresciana Luisa Corna. E Varriale replica: «Se mai fossi coinvolto nella trasmissione, si dovrebbe parlare di una Domenica Sportiva a mozzarella e pomodoro».

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