Tira e molla nella maggioranza per il Dpef

Ieri il testo è stato esaminato dai partiti della maggioranza, e c'è stato qualche problema nei tempi, in particolare con l'Udc il cui presidente e ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione ha detto «sì» solo in serata. Questo pomeriggio, il testo viene presentato alle Regioni e autonomie locali. Quanto al Dpef per ora è ancora «leggero» nel senso che non tutto è ancora definito. Comunque non conterrà, continua a asserire Maroni, modifiche alle pensioni rispetto a quelle che sono già nel suo provvedimento in Parlamento. Che qualche problema c'era lo si era capito in mattinata: in una dichiarazione il ministro Buttiglione faceva sapere che, poiché per esaminare il Dpef ci vuole un tempo minimo indispensabile, in mancanza di una tempestiva consegna del testo non ci sarebbero stati problemi a far slittare il Consiglio dei ministri. Nel primo pomeriggio si apprendeva che il ministro Tremonti aveva illustrato al ministro Buttiglione il Dpef per telefono, e la cosa suscitava commenti ironici nell'opposizione che definiva il fatto «una prima mondiale». A metà pomeriggio si è appreso che i ministri Buttiglione e Alemanno erano andati da Tremonti. A sera avanzata, Buttiglione ha dato il «via libera» per l'esame del Dpef nel consiglio dei ministri di domani. Il testo in realtà sarebbe «leggero»: non conterrebbe ancora i dettagli finanziari più sostanziosi e le cifre. Un nuovo deciso «no» all'ipotesi di ritoccare le pensioni in Dpef, ha peraltro chiuso ogni incertezza sulle possibile aperture del Carroccio a riformare la previdenza. Buttiglione oggi incontrerà il segretario dell'Udc, Marco Follini, nell'ufficio politico del partito, per una valutazione del documento. Quindi dall'Udc nessun commento nel merito. Bocche cucite anche nell'entourage di Alemanno, che ha ricevuto da An la delega a lavorare con il Tesoro nelle definitiva messa a punto del documento di programmazione. Il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, intanto, forse non nascondendo qualche timore, avverte: «Ballare in Parlamento sul Dpef non è certamente una cosa che fa bene all'Italia. Auspico che nel dibattito parlamentare ci sia omogeneità degli schieramenti politici». E aggiunge, «aspettiamo che il Dpef sia presentato in Parlamento nei tempi previsti perché dei ritardi creerebbero dei problemi molto seri». Intanto, in stretta connessione con la programmazione dell'impiego delle risorse finanziarie, è stato fissato a giovedì prossimo l'incontro tra governo e sindacati per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego ancora da definire (tra cui sanità e enti locali). D. T.