Firmate dai Ds le eurotrappole a Berlusconi
Dopo le rivelazioni di Amato sul caso Schroeder, ombre sul comportamento di D'Alema
Sull'orlo dell'emarginazione dalla nuova Europa dell'euro per la presenza di un Umberto Bossi pericoloso come Jorge Haider, e addirittura per lo spettro di un ingresso di «neofascisti» al governo. Accuse pesanti, propagate su gran parte della stampa europea nel febbraio 2000. E contenute in una celebre intervista del cancelliere tedesco Gerard Schroeder a Die Welt e al Corriere della Sera, che non mancò all'epoca di infiammare la polemica politica in Italia. Dovette intervenire per difendere la costituzionalità di tutti i partiti presenti nel Parlamento italiano anche il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. E ci fu il classico chiarimento fra ambasciatori, una quasi-crisi fra Germania e Italia. Una crisi di rapporti ormai ciclica, visti gli avvenimenti delle ultime settimane. Su cui però ha gettato all'improvviso nuova e inquietante luce l'ex presidente del Consiglio italiano, Giuliano Amato. Che domenica ha rivelato come quella velenosa uscita di Schroeder fosse stata in realtà richiesta da Massimo D'Alema in cerca di un aiuto alla vigilia di un ciclo elettorale italiano che sarebbe stato infausto per il centro-sinistra. Una rivelazione di peso, che potrebbe fare riscrivere buona parte della storia recente d'Italia. E comprendere meglio anche quel bombardamento concentrico di quella che solitamente viene definita «la più autorevole stampa internazionale» nei confronti di Berlusconi e del suo governo. Alla vigilia delle elezioni 2001 e ora quando il governo italiano ha assunto la guida del semestre europeo. Attacchi che, rivela ora Amato, erano sollecitati e suggeriti dagli avversari politici interni di Berlusconi. Stupisce semmai che un leader internazionale come il cancelliere tedesco si fosse prestato a operazioni di piccola politica come quelle sopra citate. Utilizzando oltretutto il sistema più tipico di quello che un tempo veniva chiamato «soccorso rosso». Un sistema che non è sfuggito a una vecchia volpe della politica internazionale come Marco Pannella. Che proprio ieri mattina raccontava a Radio radicale come fosse evidente ad occhi esperti la trappola preparata per Berlusconi nell'Europarlamento lo scorso 2 luglio. Dalle provocazioni di Martin Schulz ai cartelli esposti da parlamentari verdi in più lingue, fino alla stessa conduzione atipica dei lavori d'aula da parte di uno dei fondatori dell'Ulivo mondiale come il presidente del Parlamento europeo Cox. Regia tutta italiana per una indignazione mondiale. Alla fine allora l'unico ad avere ragione resta il sottosegretario leghista Stefano Stefani. Che almeno ha mandato l'ipocrisia tedesca a quel meritato paese...