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«I turisti che vengono dalla Germania sono sempre i benvenuti in Italia», afferma il capo dello Stato fiducioso

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Un caso diplomatico delicato, che rischiava di colpire il turismo italiano. A mettere una pietra definitiva sulla vicenda è stato il presidente della Repubblica Ciampi con un appello al quotidiano tedesco che sarà pubblicato oggi nell'edizione domenicale. «Italia e Germania devono tornare il prima possibile alla saggezza e alla calma» ha esortato Ciampi, come aveva già fatto con il messaggio inviato mercoledì scorso ai partecipanti al convegno di Villa Vigoni sul tema della Costituzione europea. «Non possiamo permettere che la dolorosa polemica getti un'ombra sulla nostra futura cooperazione» ha poi sottolineato il capo di Stato dicendosi quindi «fermamente convinto dell'amicizia fra Germania e Italia. Naturalmente, i turisti tedeschi sono molto benvenuti da noi». Se Ciampi invoca la pace, ieri l'eurodeputato socialdemocratico Martin Schulz, protagonista di un diverbio col premier italiano il 2 luglio al parlamento europeo, è tornato sulla disputa accusando Silvio Berlusconi di governare male il suo paese. «Io amo l'Italia anche se viene governata male da Silvio Berlusconi», ha scritto in un commento sulla Bild am Sonntag. A suo avviso, comunque, Berlusconi potrebbe riconquistare la «fiducia perduta» dedicandosi al semestre italiano dell'Ue: «Concentrarsi sul successo della presidenza sarebbe un mezzo» per farlo. In tal modo, ha aggiunto, «Berlusconi può dimostrare che è un vero europeo». Schulz aveva duramente criticato al parlamento a Strasburgo Berlusconi, il quale poi, rispondendogli, lo aveva paragonato per scherzo a un kapò di un campo di concentramento nazista scatenando molte critiche in Germania. Pochi giorni dopo, scoppiava il caso del sottosegretario Stefano Stefani, dimessosi ieri a seguito delle sue dichiarazioni sui turisti tedeschi. Nell'articolo, Schulz reagisce anche alle critiche del ministro per l'Europa Rocco Buttiglione che ha stigmatizzato i suoi attacchi al premier a Strasburgo. Non è ammissibile, ha detto Schulz, paragonare «le penose offese del sottosegretario Stefani» con le sue dichiarazioni. Intanto le disdette di vacanzieri dalla Germania sono stati il macigno che ha reso la querelle ancora più pesante. I tedeschi hanno deciso di seguire a ruota il loro cancelliere. Ma mentre lo stesso Schroeder ha assicurato che l'anno prossimo tornerà a rilassarsi sotto il sole italiano dichiarando chiuso il caso, c'è chi, come l'ex premier della Germania Helmut Kohl non ha rinunciato a criticarlo per il forfait di quest'anno. «È stata una reazione totalmente esagerata e assolutamente inadeguata» ha detto l'ex cancelliere che ha bollato Stefani come uno «sciocco chiacchierone». Stefani alla fine ha accettato «l'invito» di Berlusconi a dimettersi. E in Italia i commenti di soddisfazione per le dimissioni del sottosegretario sono arrivati sia da destra che da sinistra. E mentre l'assessore regionale al turismo dell'Emilia Romagna Guido Pasi ha chiesto che il governo «riparari il danno d'immagine», dall'opposizione si è messo l'accento sul ritardo del gesto del sottosegretario leghista. «Era ora» ha commentato il leader della Margherita Francesco Rutelli. «Le dimissioni dovevano essere contestuali a quelle dichiarazioni» ha sottolineato il segretario del Pdci Oliviero Diliberto. Dimissioni «tardive ma dovute», per Gianfranco Pagliarulo dei Comunisti italiani, arrivate «quando ormai la frittata era fatta», per Pierluigi Castagnetti della Margherita. Il portavoce di An Mario Landolfi ha quindi dichiarato: «Chi provoca sbaglia, anche se ha le ragioni migliori». Secondo il capogruppo dell'Udc

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