«No a cinque ministeri a una sola persona»
Bruno Tabacci, presidnete della Commissione Attività Produttive, non dice altro. Non vuole aggiungere nulla e a qualsiasi domanda risponde da vero democristiano: «La questione non è all'ordine del giorno», «Non stiamo al momento discutendo di questo», «Stiamo parlando di altri argomenti». Glissa, insomma, Tabacci sull'ipotesi spuntata nei colloqui di due giorni fa tra Berlusconi, Fini e Follini. L'ipotesi di soluzione della quasi crisi del centrodestra che prevederebbe una riapertura dei termini della legge Bassanini, quella che ha definito i macroministeri dell'Economia, del Welfare, delle Attività produttive, delle Infrastrutture, dell'Università. La riapertura consentirebbe di scorporare alcune competenze dell'attuale dicastero guidato da Giulio Tremonti e istituire nuovi dicasteri in modo da consentire un riassetto all'interno del governo. «Sì, d'accordo ma non è materia che si può affrontare con un atto amministrativo». Certo, non è neanche facile da realizzare... «Appunto, quindi...» Presidente, potrebbe essere questa la soluzione alla quasi crisi? «Di quale soluzione parla, scusi?». Della riapertura della Bassasini e lo scorporo di alcune competenze in nuovi ministeri. «No, non è materia all'ordine del giorno». Ne è sicuro? «Mi scusi: mi sembra si stia parlando oggi di come rilanciare la coalizione. È questo il tema. Oggi». E domani? Potrebbe essere l'offerta per uscire dall'impasse? «No, non credo. Oggi la questione più importante è il semestre europeo di presidenza italiana. dobbiamo pensare al successo del semestre, a conseguire gli obiettivi che il governo ha fissato. Prodi è il presidente della commissione, Berlusconi è il presidnete del Consiglio: sono entrambi italiani. Dobbiamo concentrarci oggi su questo». D'accordo, niente rimpasti durante il semestre. Ma dopo? «Dopo si vedrà. Non possiamo parlare oggi di quello che succederà l'anno prossimo. Pensiamo a oggi che è già molto impegnativo». La quasi crisi del governo e della maggioranza si aggrava sempre più. L'asse An-Udc è oramai ai ferri corti con l'asse Tremonti-Bossi? «Non vedo assi e, comunque, non sono abituato a semplificare in questo modo». Allora mettiamola in questo modo: è necessario dare alla Lega il suo reale peso. È d'accordo? «Be', questo è quello che dice Fini. Certo che sono d'accordo, d'accordissimo. La sua intervista al Corriere delle Sera è ottima, assolutamente condivisibile. D'altro canto, non potrei parlare diversamente: è quello che sosteniamo da prima di Fini, da qualche mese. Quello che vogliamo lo abbiamo già detto al nostro congresso nel settembre scorso ed è quello che stiamo ripetendo da mesi». E cioè? «E cioè dopo due anni dalla partenza del governo è necessario verificare che cosa è stato fatto, cosa c'è da fare, fissare le nuove priorità e come farle. chi le realizerà è tutta materia che viene dopo». Dopo il semestre? «Dopo il semestre». F. D. O.