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MASTELLA (UDEUR)

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«Non sostituiremo la Lega al governo»

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Il leader dell'Udeur Clemente Mastella è categorico: «Non siamo la ruota di scorta di nessuno - avverte - e chi immagina che possiamo essere noi i sostituti della Lega si sbaglia di grosso, sostituire Bossi non mi intriga affatto». Il giorno dopo la caporetto parlamentare che ha lacerato una maggioranza già traballante, il numero uno dell'Udeur mette in chiaro che, no, non farà da tappabuchi. E la Lega? «È un partito in caduta libera di consensi, non riuscì a Berlinguer essere un partito di lotta e di governo, figurarsi alla Lega di Bossi». Quanto alla crisi, quella vera - conclude Mastella - «ci sarà dopo le elezioni europee del prossimo anno». Ma la critica agli equilibri scoppiati della maggioranza è generale e generalizzata. Il segretario dei Ds è netto: «Questa maggioranza non ce la fa a governare», dice. Così, mentre il Carroccio detta i suoi diktat agli alleati, Piero Fassino riparte all'attacco. Le parole del vicepremier Gianfranco Fini nell'intervista al «Corriere della sera» e la sua certezza che si può andare «avanti anche senza la Lega», fanno il resto. «L'intervista del vice premier mette a nudo la crisi politica», dice il leader diessino. Insomma, l'opposizione - ferma sul fiume a guardar passare i «cadaveri» delle intese fallite della Casa delle libertà che scorrono - non si lascia sfuggire l'occasione di puntare il dito contro il presidente del Consiglio. «Ci sono punti del tutto inconciliabili - osserva Fassino - e la maggioranza in questo momento è priva di una bussola, di una strategia e di un progetto per il governo del Paese». Ecco perchè il segretario dei Ds torna a chiedere «un chiarimento». Soprattutto alla luce del comportamento di Berlusconi che - scelta «sconcertante» - in queste ore «resta in silenzio», ma «solo cinque giorni fa aveva rassicurato gli italiani sul fatto che la presunta verifica nella Casa delle libertà aveva risolto ogni problema, il che non era vero». Insomma, «se sono capaci di governare bene - ammonisce - altrimenti lo dicano al Paese». In un'interpellanza i capigruppo dell'Ulivo del Senato chiedono al premier di spiegare in Aula - «anche per la dignità e la credibilità del semestre di presidenza italiana dell'Unione europea» - la situazione di crisi.

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