Affondo di Cheli: «La tv italiana non è pluralista»
E Rai e Mediaset finiscono così per essere virtualmente sanzionate e diffidate per la «rigidità» del duopolio televisivo che oscura la concorrenza. Enzo Cheli, presidente delle Authority per le comunicazioni, ha sventolato ieri, durante la relazione annuale in Parlamento, una serie di cartellini gialli in difesa dell'Antitrust. Sul pluralismo tv il garante, riferendosi all'istruttoria relativa al triennio 98-00, considera l'andamento «insufficente» ricordando che il richiamo spedito nelle scorse settimane a Rai, Rti (Mediaset) e Publitalia per aver superato la soglia del 30% delle risorse complessive del sistema, si caratterizza già come sanzione prevista dalla legge 249/97. «Chi ha parlato di non decisione per l'assenza di specifiche e immediate misure di natura deconcentrativa - ha dichiarato Cheli - ha dimostrato di non conoscere bene la disciplina che andava applicata». Una volta portata a termine una nuova istruttoria, attualmente in corso, l'autorità potrebbe intervenire obbligando i grandi network a cedere rami d'azienda in modo da rientrare nei parametri della legge Maccanico attualmente in vigore. C'è però da ricordare che quando la seconda istruttoria sarà finita, la legge Maccanico sarà stata sostituita dalla legge Gasparri (in corso di approvazione al senato) che definisce ben altri parametri. Per essere più esplicito Cheli fa notare che la Corte Costituizionale, mella sentenza numero 466 del 2002, inciderà sul tasso di concentrazione dei duopolisti. La redistribuzione delle risorse, che l'applicazione di questa sentenza verrà a determinare a seguito del passaggio sul satellite di una rete analogica privata (Retequattro) e della conseguente sottrazione della pubblicità a Raitre, «è destinata ad incidere sul tasso di concentrazione dei due maggiori attori del mercato». Per questo, aggiunge Cheli «la difesa del pluralismo va innnazitutto affidata alla formulazioni di leggi chiare e rispettose dei principi costituzionali». «Ho preso atto dalla relazione del garante di una assoluta impotenza da parte dell'Autorità per quanto riguarda il tema del pluralismo». È duro il giudizio del presidente della Fieg Luca Cordero di Montezemolo sulla relazione del presidente dell'Autorità. «Mentre sempre in tema di pluralismo - aggiunge Montezemolo - ho molto apprezzato l'intervento del presidente Casini che del resto è in linea con quanto affermato l'anno scorso dal presidente della Repubblica. Credo che quindi il tema del pluralismo è oggi un fatto fondamentale. Noi della carta stampata lo conosciamo perchè se c'è un paese con il massimo del pluralismo nella carta stampata è l'I talia». Tornando a Cheli, questi ha parlato anche di telefonia, sostenendo che nelle telecomunicazioni è finita la prima fase, quella della liberalizzazione.